Torna una delle serie tv più seguite, forte di un cast importante, ma anche, – e soprattutto – di una scrittura innovativa e ironica: parliamo di “Studio Battaglia”, che da martedì 19 marzo sarà in onda – per tre serate – su Raiuno. Le vicende delle componenti della famiglia Battaglia – mamma e due figlie avvocate divorziste e la terzogenita a fare da contraltare con scelte di vita differenti – si svilupperanno in questa seconda stagione, sempre più all’insegna dell’attualità, ma soprattutto del cambiamento e della ricostruzione personale.
“Abbiamo cercato di ampliare lo spettro di rappresentazione della nostra società – afferma in conferenza stampa il capostruttura di Rai Fiction, Luigi Mariniello – attraverso casi che ci hanno permesso di raccontare a fondo la società, nuovi diritti come diritto all’oblio e diritto alla privacy, figli adulti mantenuti da genitori anziani, separazioni in tarda età, ecc.”. “Resta – aggiunge – un grande racconto familiare: è una riproposizione di un genere importante come il family, che combina drama e commedia. Tutte le protagoniste sono alle prese con decisioni molto importanti, in cui il pubblico può ritrovarsi”. Una serie, dichiara Nicola Serra (per Palomar, che produce la fiction con Tempesta e in collaborazione con Rai Fiction), “che ha la capacità di parlare del presente e anche un po’ del futuro”.
Il regista Simone Spada sottolinea, inoltre, un altro aspetto: “Una cosa che mi piace di più, da regista, è raccontare persone fragili, antieroi, persone comuni, come siamo noi; l’insicurezza, che è una caratteristica dei tempi in cui viviamo. Non c’è un eroe, ma un gruppo di persone che combattono quotidianamente con le loro fragilità e, secondo me, è la cosa più interessante”.
Uno degli elementi più forti, come evidenziavamo, è la scrittura innovativa, firmata da Lisa Nur Sultan (autrice pure di “Call my agent”, prodotta sempre da Palomar e che arriverà, anche in questo caso con la seconda stagione, il 22 marzo su Sky): rispetto alla precedente stagione della fiction – tratta dalla serie inglese “The split” – “ho lavorato molto di più sui casi verticali – afferma l’autrice – e poi, dopo aver conosciuto il cast, avevo voglia di far vivere i nostri personaggi in maniera diversa”, discostandosi maggiormente, dunque, dal riferimento all’originale. A proposito dei temi di cui si parlerà, aggiunge: “la privacy è una delle questioni cruciali del futuro e del presente, della quale ci stiamo occupando poco. Anche rispetto a come consideriamo la privacy dei defunti”.
Spazio, quindi, alle interpreti: Barbora Bobulova, parlando del suo personaggio, la figlia maggiore Anna, anticipa che sarà “ancora più incasinata dentro, con il dubbio su cosa fare nella vita”. Con il marito (interpretato da Thomas Trabacchi) “sta bene, ma dall’altra parte c’è Massimo” (Giorgio Marchesi), “che non è solo un amante. Si ritrova davanti a questo bivio. Ma la cosa più bella è che questa decisione la prenderà insieme a loro due”. “Mi ha stupito di questa serie il fatto che sia molto avanti – dichiara -: vediamo una parità di genere che nella vita ancora non si vede, dovrebbe essere d’esempio per come dovrebbe essere la nostra società”.
E poi la grande Lunetta Savino, nel ruolo iconico e ironico della madre, Marina, il cui studio si fonde con quello Zander, in cui lavora Anna: “La cosa che mi ha divertito di più è la tenacia di Marina di non mollare – dichiara – E’ una madre presente, anche ingombrante, ma non rinuncerebbe mai al suo lavoro e a ballare da sola. C’è anche un risveglio dei sentimenti e anche questo è molto attuale: raccontare una donna non più giovane che non vuole andare in pensione e poi c’è un incontro con una vecchia fiamma, una sorta di filosofo del web. Anche il rapporto con l’ex marito, Massimo Ghini, è molto divertente, entrambi molto ironici”.
E, a proposito di ironia, non poteva mancare il personaggio interpretato da Carla Signoris, ovvero Carla Nobili, ex signora Parmegiani che, dopo il divorzio, apre un ristorante stellato, ma dovrà vedersela con concorrenza ed haters. Anche in questo caso, dunque, il tema è quello della ricostruzione, della rinascita. Come per Nina, la secondogenita: “farà un passaggio dall’essere figlia all’idea di essere madre – rivela la sua interprete, Miriam Dalmazio – Nina à totalmente cambiata: presa da problemi filiali, si sentiva schiacciata dai problemi irrisolti; adesso si vede costretta a rivedere i rapporti, con un rapporto particolare con il padre e una piccola apertura rispetto alla madre, più tenera, più tollerante, più in ascolto. Anche come avvocata, si mostrerà una grande sorpresa, molto simile alla sorella maggiore. Addirittura si affezionerà ad un cliente, interpretato da Gigio Morra”, attore scomparso nei giorni scorsi e ricordato proprio in apertura della conferenza stampa.
“Sono temi che mi piacciono tantissimo, come quello della rinascita – afferma ancora Dalamzio – E poi molto attuale l’idea di trovare una soluzione alternativa, di fregarsene delle convenzioni e dei modelli sociali, ma di seguire la propria curiosità”.
Cambiamento anche per la “piccola” di casa, Viola, nel cui ruolo ritroviamo una delle più apprezzate interpreti teatrali degli ultimi anni, Marina Occhionero: “in questa stagione, Viola ha un percorso da una parte di costruzione, dall’altra di decostruzione. I temi sono molto contemporanei. Ha bisogno di emancipazione dalla famiglia, e c’è poi un problema sociale, abitativo, che in una città come Milano, che vive una crisi abitativa profonda, è molto presente. Dall’altra parte c’è il tentativo di costruire: nella prima stagione è nella fase dell’amore, dell’incontro, del matrimonio; in questa è nella fase della costruzione della coppia, dell’affrontare il dolore. La sua risposta alla fine, la sua salvezza, è l’amore”. Personaggi femminili molto forti e contemporanei, ma, sottolinea Marinelli, “anche i ruoli maschili hanno un grande peso in questa serie: sono lo sguardo altro delle vicende delle protagoniste”.