Già dalle prime immagini si nota un linguaggio visivo contemporaneo, con la macchina da presa che segue i protagonisti, quasi in piano sequenza, con una fluidità di racconto, montaggio ritmato in alcuni momenti precisi, soprattutto quelli delle indagini, e tanti altri elementi, compresa la fotografia. E poi il racconto, i personaggi non stereotipati, l’ironia, e Treviso, altra protagonista della narrazione. “Stucky”, la nuova serie – co-prodotta da Raifiction e Rosamont – che andrà in onda, con sei episodi, a partire dal 30 ottobre su Raidue (con il primo episodio già disponibile su Raiplay), si candida ad essere uno dei prodotti fiction più interessanti della nuova stagione: e, così come per l’altra serie più innovativa di quest’anno, ovvero “Brennero”, è ancora l’ambientazione del Nordest a fare da sfondo, anzi a contribuire a costruire un racconto inedito, differente, pur se si parla ancora una volta di gialli. Racconto differente per tutti i motivi che abbiamo descritto, ma anche per il percorso narrativo che parte dallo svelamento immediato del colpevole: il pubblico vede subito il compiersi del delitto, conosce il volto di chi lo commette, anche se non il motivo. E, dunque, è il modo in cui si arriverà a scoprire movente e autore del delitto a costituire il cuore del racconto.
Ma l’elemento chiave è soprattutto il protagonista, lo Stucky del titolo: un ispettore che ha il volto di Giuseppe Battiston, che aveva già interpretato questo ruolo nel film “Finchè c’è prosecco c’è speranza”. Da lì, la volontà dell’attore di acquisire i diritti per portare nuovamente sullo schermo – in questo caso il piccolo schermo – le storie tratte dai romanzi di Fulvio Ervas.

Un personaggio particolare, quello interpretato da Battiston: “Non è un uomo d’azione, non porta armi, non è un poliziotto tradizionale. È una figura abbastanza solitaria, una persona che ama passeggiare di notte nelle strade deserte di Treviso e pensare ai suoi casi. È moderno, calato nella realtà, ma non nella contemporaneità della digitalizzazione. Non ha il cellulare, il computer, non ha nemmeno la patente, ma ha una curiosità innata e fortissima verso le persone. Si nutre del carattere, dei difetti e dei pregi delle persone, è curioso di tutti. Ecco perchè il suo luogo di elezione non è una questura, ma un’osteria. E’ il luogo dove Stucky tenta di ordinare gli appunti sparsi, che prende ovunque, e di dare forma al caso”.
Il regista Valerio Attanasio (anche autore insieme a Matteo Visconti e Marco Pettenello) sottolinea come la struttura sia “completamente diversa da quella dei romanzi: noi vediamo il delitto e poi il percorso per arrivare. In base a questo abbiamo cominciato a prenderci delle piccole libertà nella costruzione delle relazioni personali, l’unica che abbozziamo un po’ è quella con il medico legale, interpretata da Barbora Bobulova. Nel romanzo c’è un mondo che non potevamo condensare”. Un altro rapporto che Stucky ha è quello con l’oste, Secondo (Diego Ribon), che è un rapporto “particolare, Secondo è un po’ la sua spalla”.
Si diceva del personaggio del medico legale, ovvero Marina: “Con lei – afferma Bobulova – Stucky si confronta per ogni caso, e passano dal caso alle sue vicende private. C’è una grande intesa tra loro, si vede che stanno bene insieme, anche umanamente. A Marina viene spontaneo raccontargli ciò che la riguarda, le fa molta tenerezza il suo modo di fare”. Una persona, il protagonista, che non parla molto, e un po’ Battiston dichiara di rivedersi in questo aspetto: “Qualcuno che ascolta ci deve essere”, ironizza. “Stucky – aggiunge – soppesa tutte le parole. Negli incontri è sempre lui a tenere il pallino del dialogo, ma con Marina perde un po’ quella baldanza. Perchè evidentemente è più attratto da lei che da quello che dice. E’ sempre molto impacciato con lei, anche nelle cose che le chiede”.

Ad affiancare l’ispettore nelle sue indagini i due poliziotti Fabio Guerra e Ilaria Landrulli, interpretati da Alessio Praticò e Laura Cravedi: Praticò – ormai una certezza nel panorama attoriale italiano, talento che abbiamo visto in questi ultimi anni in molte serie e in alcuni film pluripremiati, uno su tutti “Il traditore” – veste i panni di un poliziotto che viene dal sud, un po’ stralunato. “Ha un timore reverenziale nei confronti dell’ispettore – spiega l’attore -, cerca di fare bella figura, ma si trova sempre un po’ impacciato e questo crea dei momenti di disagio, di cui Stucky gode, un po’ lo stuzzica. E’ un personaggio che porta una sorta di leggerezza narrativa”. Guerra è “complementare al personaggio di Laura, che è l’opposto”. “È tutta d’un pezzo”, precisa infatti Laura Cravedi (che il pubblico tv ha avuto modo di apprezzare nel ruolo di Martina nella terza stagione di “Doc”). “Due opposti che sono appunto complementari, al di là di quello che poteva essere scontato”.
E poi l’altro protagonista di cui si parlava, ovvero Treviso: “I romanzi sono ambientati lì, ma la scelta è stata sposata perchè si adattava bene al personaggio”, sottolinea il regista. “È una città piccola, si può andare a piedi, abbiamo ambientato le passeggiate di Stucky nel centro storico, mai inquadrato in una serie, e al cinema forse solo in “Signore e signori”. Mi sembrava di girare in un teatro di posa”.
Infine, Battiston tiene a rimarcare un altro aspetto importante: la qualità, con attori – coinvolti anche nei singoli episodi – “di livello molto alto, che hanno portato la qualità nei loro personaggi, aggiungendo aspetti ancora più belli, rapporti con i personaggi che non avevamo immaginato”. Nella prima puntata saranno presenti Thomas Trabacchi e Marina Rocco che, aggiunge Battiston, “ha dato tridimensionalità al personaggio”. E poi ancora nel cast Astrid Casali, Paola Sambo, Michele Eburnea, Denis Fasolo, Roberto Citran, Stefano Scandaletti e Stefano Dionisi.