Un’inesauribile fonte di racconti e aneddoti, uno dei maggiori esperti di televisione, uno storico della tv che riesce a condurre, con semplicità e al tempo stesso con profondità, all’interno di un percorso che è anche un viaggio nelle nostre vite, tra i ricordi e la contemporaneità: Giorgio Simonelli – già docente di Storia della televisione all’Università Cattolica di Milano e noto al grande pubblico anche per la sua partecipazione alla trasmissione Tv Talk – ha così trasportato il pubblico nel mondo del suo “Quasi gol”, il libro che ha presentato a Reggio Calabria, nell’ambito del Ragazzi MedFest, festival promosso da SpazioTeatro. Una “storia sentimentale del calcio in tv”, lo definisce il professor Simonelli: e, nella presentazione, emerge proprio l’approccio all’argomento, mai dogmatico o distante, ma empatico (come lo stesso autore precisa nel libro, riferendosi alla tesi di Edgard Morin: la partecipazione, la passione per l’argomento come elemento importante per l’analisi), coinvolgente, che riesce ad arrivare a tutti, facendo entrare il lettore all’interno di due mondi, quello televisivo e quello calcistico, sempre più legati. Un approccio, dunque, da tifoso e da studioso, che si rivela vincente. Sia nella scrittura che, come si diceva, nella condivisione con il pubblico dei temi affrontati: e così, nel corso dell’incontro – tenutosi nell’area antistante la Libreria Ave, divenuto ormai salotto letterario seguitissimo, e moderato dal direttore artistico del Ragazzi Medfest e di SpazioTeatro, Gaetano Tramontana – Simonelli, con sapienza ed ironia, spazia dal titolo, che rimanda alla famosa frase di Nicolò Carosio, ai cambiamenti nel rapporto tra tv e calcio, nel corso del tempo. E ancora: la forza e i limiti delle dirette, l’inizio delle registrazioni e, dunque, la possibilità di utilizzare gli rvm e, da qui, la rivoluzione della moviola; l’impatto del calcio sulla tv, gli ascolti, la programmazione televisiva. E poi il concetto chiave, che dal calcio, dallo sport si può traslare sia ad altri settori, ma forse anche alla vita stessa: ovvero, la rappresentazione, l’essere raccontato o trasmesso che diventa essenza, che rende vivo, reale il calcio.
La rappresentazione, quindi. E l’essere spettacolo: un’intuizione, legata anche alla nascita della tv commerciale, che fa sì che il calcio sia quasi un genere autonomo proprio all’interno del più vasto ambito dello spettacolo tv, con tutto ciò che questo concetto porta con sè. Dunque – racconta ancora Simonelli -, i programmi legati al calcio, le riprese sempre più, appunto, spettacolari e veloci, i ritmi, i montaggi, la preponderanza degli highlights nella visione, soprattutto dei giovanissimi e attraverso i moderni device e i social.
Come si diceva, il calcio – così come lo sport in generale – attraverso il suo rapporto con la tv diviene ancor di più una metafora e uno specchio della vita, dell’umanità, della contemporaneità, nel bene e nel male. Quel calcio che è ancora molto forte, sempre televisivamente parlando: il tennis, adesso, anche grazie a Sinner e a tutti gli atleti italiani che stanno ottenendo grandi risultati, sta diventando un fenomeno mediatico, coinvolgendo sempre più il pubblico tv; ancora non è riuscito a superare gli ascolti della Nazionale di calcio, ma forse – è l’auspicio di chi scrive – il sorpasso potrebbe essere vicino!
Ascolti, vittorie, episodi clamorosi, famose telecronache: un viaggio in cui Simonelli trasporta il pubblico presente all’incontro (così come i lettori), tra due universi magici che ancora affascinano spettatori di ogni età, cultura e formazione e che l’autore ci consente di osservare da vicino, scoprendone particolari e storia.
Un momento importante, dunque, quello promosso da SpazioTeatro nell’ambito del Ragazzi MedFest, festival che continuerà con una serie di appuntamenti teatrali, fino al 30 novembre.
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Paola Abenavoli
Paola Abenavoli, giornalista, critica teatrale e cinematografica, studiosa di storia della tv. Autrice dei saggi “Un set a sud”, “Sud, si gira” (titolo anche del primo sito su sud e audiovisivo, da lei creato), e “Terre promosse”. Già componente del Consiglio superiore dello Spettacolo, fa parte di Associazione nazionale critici di teatro, Rete critica e Sindacato nazionale giornalisti cinematografici.