C’è grande emozione e commozione nel corso della conferenza stampa di presentazione di “Noi”, la nuova serie in 6 episodi, in onda da domenica 6 marzo su Raiuno. Un’intensità emotiva che riflette quella già presente in “This is us”, la serie statunitense da cui quella italiana prende le mosse; ma riflette anche l’intensità di un lavoro molto forte, molto impegnativo, del quale si è sentita forte la responsabilità. Tutti, dal cast (Aurora Ruffino, Lino Guanciale, Dario Aita, Claudia Marsicano, Livio Kone) alla produzione, hanno dichiarato di essere grandi fan della serie originale e di sentire molto la sfida e l’impegno, appunto, nel trasporla.
Parliamo di una serie che ha avuto grande successo, molto premiata e che ha avuto visibilità in Italia, anche su reti in chiaro: una serie family, moderna nella struttura drammaturgica, ma anche – a nostro parere – di impianto classico, vicina ad una forma di racconto più europeo, più nella tradizione narrativa italiana, che ha visto tra i generi più seguiti e più amati in Italia, pure nel recente passato (“Una grande famiglia”), anche il family.
“Quando abbiamo deciso di fare l’adattamento – spiega Vito Carlei, vicedirettore di Raifiction – è successa una cosa stranissima: tutti eravamo innamorati di questa serie, ma non era così semplice realizzare un adattamento, trasportarlo da noi. Era tempo che volevamo rifare un family e ritornare a questo genere con un progetto che fosse ambizioso, penso che sia una scelta giusta. Siamo riusciti a raccontare anche un pezzo di storia del nostro Paese, guardarsi indietro e riscoprire cosa si è adesso”. Com’è noto, la storia è quella di una famiglia, una coppia con tre figli, raccontata con un doppio binario, quello del passato e quello del presente che si alternano, partendo dagli anni ’80. Naturalmente, come si diceva, trasponendo questa storia nel nostro Paese, nella storia italiana. “Volevamo cercare di rendere una grandissima saga di sentimenti familiari, ma con, sullo sfondo, il Paese – sottolinea il produttore Riccardo Tozzi (Cattleya) – Credo che ci siamo riusciti. L’italianizzazione è stata fatta in modo profondo. Sono appassionatissimo di “This is us”, ma mi commuovo di più vedendo “Noi”, perchè più vicino. Speriamo che incontri il pubblico, come un bell’abbraccio, caldo, affettuoso”.
A illustrare, poi, nel dettaglio, cosa significhi realizzare un adattamento, è lo sceneggiatore Sandro Petraglia (che ha lavorato alla serie insieme a Flaminia Gressi e Michela Straniero), uno dei più grandi autori del nostro cinema e della nostra tv: “In questo caso, si parte avvantaggiati, hai un quadro delineato. “This is us” aveva avuto il coraggio di raccontare questa vita familiare alternando il passato e il presente, chiedendo allo spettatore di entrare dentro questo meccanismo, all’apparenza complicato, ma che dà un vantaggio: elimina i tempi morti. E’ un racconto che procede per scene principali e questo è il sogno di ogni sceneggiatore. Sono scene che ci raccontano il cambiamento, non abbiamo personaggi immobili. E’ stato molto complicato farlo, ma ci siamo molto divertiti. Avevamo problemi di abbondanza, avevamo 18 puntate originali per farne 12: ci siamo concessi il lusso di togliere cose strettamente americane, alcuni dialoghi che a lungo andare diventavano retorici, insomma un grande vantaggio”. Sulla stessa linea anche il regista Luca Ribuoli: “L’adattamento è una cosa difficilissima. La fiducia nella scrittura deriva dal fatto che sia stato rispettato il lavoro originale. Non avevamo la pretesa di fare qualcosa di diverso, di migliore. Dovevamo tenere la barra dritta sul fatto di renderlo un racconto italiano”. In fondo, affermano sia Aurora Ruffino che Lino Guanciale, che interpretano i genitori, si sono sempre traposti testi, basti pensare – sottolinea l’attrice – a classici come Romeo e Giulieetta, che hanno avuto tante versioni. A questo si sono rifatti, per superare iniziali paure.
“La cosa che mi ha conquistato di più in questo lavoro – dichiara Guanciale – è la prossimità di avere ognuno di noi delle memorie familiari e la capacità di Pietro, il mio personaggio, di donarsi totalmente ad un progetto. In questo Paese ci sono state persone con una purezza di intenti in cui è bello riconoscersi”. “Quello che mi ha conquistato della storia – prosegue l’attore – è il dispositivo drammaturgico, l’andare avanti e indietro rende i personaggi inesauribili, non smetti mai di poterli raccontare”, mentre del personaggio originale, “è il fatto che sia il padre che tutti vorrebbero avere e che tutti vorrebbero essere. I personaggi sono davvero imperfetti. Luca Ribuoli ci ha spinto a rendere i loro punti di rottura, la loro fragilità. Un aspetto è proprio pensare quanto i personaggi, che sono archetipi di positività, siano poi fragili”.
Ma tornando alla questione dell’adattamento, uno dei dati più interessanti della conferenza è quanto affermato sia dalla direttrice di Raifiction, che da Tozzi. In merito al trend dei remake più recenti, come “Vostro onore”, Maria Pia Ammirati ha dichiarato che “non si va verso gli adattamenti, si va verso un grande specchio di possibilità: Raifiction rappresenta tutte le possibilità, adattamenti e originali. Siamo interessati agli altri Paesi, ma gli altri Paesi guardano molto a quello che facciamo noi: devo sfatare questa mitologia dei Paesi stranieri che tirano la volata e noi dietro. Anche gli altri Paesi fanno adattamenti. Possiamo sperimentare la qualità di prodotti come “Noi” con l’adattamento in una versione che è tutta nostra”. Anche Tozzi evidenzia questo aspetto, aggiungendo alcuni dati sull’esportazione delle produzioni italiane: “E’ un momento di grande salute della serialità italiana, che non ha precedenti. Il totale delle esportazioni ha superato i 100 milioni all’anno, 15 volte di quello che era 6-7 anni fa ed è in crescita continua. L’adattamento segna solo il fatto che la serialità italiana è entrata in quella internazionale. Ci sono serie italiane che avranno adattamenti anche americani, la serialità italiana circola come non ha mai circolato e viene vista: siamo tra i cinque punti di eccellenza mondiale”.