E’ una delle serie più attese della stagione, anzi, forse è “la” serie più attesa, attorno alla quale c’è molta curiosità ed attenzione. E non potrebbe essere altrimenti: “Le fate ignoranti”, la serie prodotta, come prima original italiana, da Disney +, in onda sulla stessa piattaforma a partire dal 13 aprile (con otto episodi), arriva a 20 anni dal famoso film che ha consacrato la fama di Ferzan Ozpetek (oggi regista anche della serie) e che ha aperto nuovi sguardi su tematiche fino ad allora non trattate – o poco trattate – dal cinema italiano. L’idea di riproporne la storia (quella di una donna che scopre che il marito, morto in un incidente, aveva una relazione con un altro uomo e ne scopre anche la vita parallela in una comunità di amici, che è in realtà una vera e propria famiglia) in chiave seriale, anzi, “la colpa” – come afferma Ozpetek durante la conferenza stampa di presentazione – è della produttrice Tilde Corsi, che da 4-5 anni voleva fare la serie; poi l’incontro con Alessandro Saba, Head of Original Content di Disney, e la decisione con Gianni Romoli, cui devo tantissimo della mia carriera. Il film ha aperto uno sguardo”. Venti anni fa, su queste tematiche, prosegue, “c’era una sorta di apertura, poi c’è stato un lungo periodo di chiusura. I politici non conoscono, però, i sedicenni, i ventenni, che hanno una mentalità completamente diversa. Quando abbiamo presentato il film, è stato un successone delle famiglie: un vero film militante, perchè entra nelle case e fa un certo effetto. Oggi sento un’aria di chiusura, ma non riguarda i giovanissimi”. Il regista e autore spiega, poi che molto, dalla sceneggiatura iniziale della serie, è stato cambiato in corso d’opera: i luoghi, il lavoro del protagonista, che fa lo scenografo e in questo modo si è fatto entrare il teatro nella vicenda, l’opera, la musica. E poi, “lo sguardo di Roma: gli elementi della città che sono entrati nella storia ci hanno dato uno sguardo profondo”.
Senza contare gli attori: “ho avuto la fortuna di avere tutti attori meravigliosi. La decisione di averli è stata molto istintiva”, come racconta a proposito della scelta di Eduardo Scarpetta come protagonista. “Sono innamorato di tutti i miei attori, anche loro di me, spero”. Ed è così, a giudicare dai racconti dei protagonisti, quasi tutti presenti in sala, tranne Luca Argentero e Paola Minaccioni, che ha inviato un video di saluto. Un cast, come sempre nei film di Ozpetek, nutrito e ricco di volti importanti del nostro cinema e anche del nostro teatro: a partire da Cristiana Capotondi, che riprende il ruolo che nel film era di Margherita Buy, pur costruendo un personaggio diverso (“ha una fluidità maggiore, è un po’ più furba: lo abbiamo deciso nel corso del girato, è stata una sceneggiatura viva. Con Ferzan era ogni volta cercare di portare la vita nella sceneggiatura. La serie racconta una donna contemporanea, leggermente diversa da quella del film”). E poi Ambra Angiolini e Anna Ferzetti, che interpretano personaggi inediti rispetto al film, Edoardo Siravo, Filippo Scicchitano ed Edoardo Purgatori, Burak Deniz e i camei di Elena Sofia Ricci e Milena Vukotic. E ancora, una fantastica Carla Signoris nel ruolo della madre della protagonista e la straordinaria Serra Yilmaz, l’unica ad interpretare lo stesso ruolo del film. “Ero la più scettica – dichiara – perchè il film è stato così tanto amato, mi faceva paura ritoccare un film così. Ma devo sempre dare fiducia a Ferzan, perchè non ha mai sbagliato: qualsiasi cosa tocca, riesce a tirare fuori qualcosa di nuovo, di sorprendente”.
Tornando alla realizzazione della serie, Ozpetek conferma di realizzare cambiamenti, improvvisare e di aver sempre ricevuto fiducia e approvazione dalla Disney: “è stato un lavoro molto bello, di comprensione reciproca, hanno un grande rispetto dell’autore. E questo è stato molto importante per me”. Proprio in merito al lavoro di scrittura, Gianni Romoli (che ha creato la serie insieme ad Ozpetek, coadiuvati nella scrittura da Carlotta Corradi e Massimo Bacchini, mentre nella regia Ozpetek è stato affiancato da Gianluca Mazzella, suo collaboratore da oltre 20 anni) spiega: “Il film nel tempo è diventato una sorta di cult, quasi un classico. Come per tutti i classici, lo rivivi in modo differente. La serializzazione ci ha permesso di mantenere il nucleo centrale della storia, ma di sviluppare molto più gli altri personaggi, che nel film erano solo un coro. Qui viene data loro una visione da co-protagonisti. Il film era uscito all’inizio del secondo millennio, c’era un desiderio di scoprire un mondo nuovo, diverso, la gente era pronta ad accogliere la diversità. Il film era tutto dal punto di vista della protagonista: la serie non parte dal punto di vista di un protagonista, ma di molti, è la storia di un gruppo”.
Prendendo spunto da una domanda sulla politica della Disney sull’inclusività, il regista dichiara che “la Disney ha visto la serie non solo come una storia relativa al mondo Lgbtq, ma come una storia di persone. Non metto sempre nei film l’argomento dell’omosessualità, sono gli altri che lo tolgono. E’ quello è l’atteggiamento della Disney: gli altri lo tolgono e la Disney no”.
Infine, non poteva mancare un accenno a Mina, che interpreta il brano “Buttare l’amore”: “Con Mina – racconta Ozpetek – ho un rapporto meraviglioso, bellissimo, è una delle persone che mi emozionano di più. La serie le è piaciuta tantissimo e, ad un certo punto, quando cercavo la canzone, lei mi ha detto: “senti questa, te la regalo”. In cambio, mi ha chiesto di fare la regia del videoclip”, che uscirà a breve.