Non capita spesso: restare stupiti da un programma tv, dalla sua costruzione, dal modo di affrontare un tema, scardinandolo, offrendo visuali inusuali. E con un linguaggio mai visto: citazioni, sì; altissime, d’accordo (Pasolini innanzitutto), anche visivamente (l’armadio del teletrasporto); ma anche un modo di raccontare inedito, per leggerezza e profondità nello stesso tempo. “Brunori Sa” (il programma scritto e condotto dal cantautore calabrese, in onda la domenica su Raitre) è un percorso che incuriosisce proprio per come è stato pensato e costruito: nessuno studio, se non la casa usata, a tratti, come luogo della memoria e dell’incontro; l’incontro, appunto, anzi gli incontri, che uniscono personaggi noti, chiamati però a parlare di temi inusuali, e giovani cantautori, che dal panorama della musica indipendente si presentano ad un pubblico più vasto; quel muoversi tra alto e popolare, tra fiction e verità, tra analisi e poesia, che crea un linguaggio unico, soprattutto a livello televisivo. E poi, quell’accento orgogliosamente evidenziato, come elemento ulteriore di quel meridionalismo, di quella cultura che al sud, nella Magna Grecia, è nata, per poi diffondersi nel mondo.
“Brunori Sa” è anche e soprattutto questo: la creazione di un prodotto culturale che affonda inevitabilmente le sue radici nel sud più vero e meno stereotipato, facendo conoscere questa cultura e rendendola naturalmente nella sua verità, ovvero nel suo essere universale. Anche per questo, “Brunori Sa” è probabilmente il programma tv più bello ed innovativo visto quest’anno.