E’ sicuramente la fiction più attesa dell’anno: Imma Tataranni, con la sua personalità di donna reale, che per la prima volta ha portato sugli schermi italiani l’autenticità di un personaggio femminile sfaccettato, torna su Raiuno, dal 26 ottobre, con la prima parte della seconda stagione (4 episodi, mentre gli altri 4 andranno in onda nel 2022).
Grande attesa, dunque, per scoprire cosa succederà dopo il bacio tra il sostituto procuratore e il maresciallo Calogiuri, ma anche quale sarà, più in generale, l’evoluzione del personaggio.
A descriverlo, nel corso della conferenza stampa, è la sua straordinaria interprete, Vanessa Scalera: per l’attrice, “Imma può essere insofferente, ma non insoddisfatta. Non è insoddisfatta della sua vita sentimentale, continua ad amare il suo compagno. E’ accaduta una cosa a questa donna: ama profondamente un uomo, ma perde la testa per un bellissimo ragazzo, che stima profondamente. E’ una cosa che accade. Tutti si stupiscono, perchè c’è un modo maschilista di raccontare la donna in tv: la domanda è “oddio, questa donna non è più innamorata del suo uomo?” No, è innamorata, ma questo non le proibisce di provare tensioni sessuali per un altro essere umano, credo che sia normale, non c’è da stupirsi. Mi stupisco sempre della domanda: vuol dire che ha provocato delle reazioni. Vuol dire che non si è mai raccontata una donna, felice nel suo matrimonio, che perde la testa per un altro uomo”. E ancora, il rapporto difficile con la figlia: Imma “tollera male la fase adolescenziale, non la sa sentire, dà tutto in mano al marito. In realtà credo che Imma non sopporti il fatto che sia viziata, anche da lei. Non tollera il periodo che la figlia sta vivendo: è anche comprensibile, è una ragazzina lamentosa; mi rivedo molto nella figlia, quando ero ragazza rompevo le balle e mia madre non lo sopportava, forse ho preso spunto da lei, interpretando “Imma madre””.

Un personaggio sfaccettato, dunque: “Imma ha una parte melanconica, non nei libri. Abbiamo cercato con il regista di renderla più prismatica, Francesco ha utilizzato delle caratteristiche mie, io gliele ho donate, a lui andavano bene. La malinconia è scritta nel mio volto, i miei occhi sono melanconici ed io li sfrutto sapientemente. Ogni essere umano si trova a fare i conti con la malinconia, anche Imma Tataranni”.
Calogiuri vede Imma “come un supereroe, ma non riesco a definirla come supereroina, non riesco a definire quale mano l’abbia disegnata: in un fumetto strapperebbe le pagine, distruggerebbe il disegno”.
“E’ una donna – aggiunge l’attrice – che non vuole piacere, compiacere. Ha una personalità dirompente, se ne frega degli altri, è libera.
Le invidio il fatto che sia sicura di sè, la sua sicurezza, il modo di affrontare la vita petto in fuori e spalle dritte: ce le ho, ma ogni tanto mi ingobbisco”.
Alla domanda su quanto sia disposta a seguire questo personaggio, ovvero se ci saranno altre stagioni, risponde: “Vedremo quanto a lungo saremo disposti: c’è una squadra, una comunità, è una scelta che faremo tutti insieme. Per ora godiamoci la seconda stagione”.

Un lavoro di squadra che traspare dal piccolo schermo. Ed uno dei personaggi più amati è sicuramente quello di Pietro, il marito di Imma. “Il mio è un personaggio differente – spiega il suo interprete, Massimiliano Gallo – che fa ancora storcere il naso a qualcuno”. Pietro, aggiunge, “non è intimorito da Imma, è innamorato, consapevole delle dinamiche che si attuano all’interno del loro rapporto, ma anche in questa apparente fragilità è un uomo molto forte, che riesce a dare centralità ad Imma nel momento in cui si trova nello sbandamento”.
Anche Calogiuri è intimorito, nelle dinamiche della commedia, afferma Alessio Lapice: “quando si trova da solo, si mette a pensare “sto facendo bene o sto facendo male”, vuole dimostrare di essere all’altezza, di essere in qualche modo utile. Per lui Imma è un supereroe e vuole dimostrare di essere all’altezza”. E poi il personaggio del procuratore: in questa seconda stagione, anticipa Carlo Buccirosso, “si vedrà nel suo aspetto più umano, un uomo con i suoi problemi”.
Una nuova stagione che presenta anche alcune novità: come sottolineato dal regista, Francesco Amato, “le puntate avranno anche una caratterizzazione di generi diversi, dal western della prima, alla seconda un po’ ispirata agli horror b-movie, alla terza con una dimensione fantascientifica, ambientata in un posto che vi sorprenderà, un centro spaziale sulla Murgia, a pochi chilometri da Matera”.

Tornando agli interpreti, Scalera, Gallo e Buccirosso sono tre attori di formazione teatrale, che hanno saputo modulare il loro talento tra cinema, teatro e televisione. Qualcosa che, in questi anni, sta accomunando molti attori, ma anche registi e autori: abbiamo chiesto proprio ai tre protagonisti quanto, in questi anni, il teatro abbia dato al cinema e alla tv, e viceversa, e se questo sia servito ad abbattere steccati che potevano esserci tra questi diversi mezzi espressivi.
Per Massimiliano Gallo,” è da un po’ che c’è stato, fortunatamente, un cambio di registro, dovuto, secondo me, ad una serie di fattori: una è la volontà di girare, con grande velocità, un materiale molto complesso. Un attore di teatro che riesce a capire il mezzo tecnico è un attore sicuramente più strutturato ed è una cosa che avviene, in maniera sistematica, per quanto riguarda gli attori inglesi, francesi, e anche gli americani sono quasi tutti attori di teatro prestati alle grande serie tv e al cinema. Era un equivoco che si era creato in Italia: anche un volto interessante, ma che con la voce non aveva molto da dire, con la voce di un grande doppiatore diventava un grande attore; oggi, con la presa diretta, con i tempi che si sono ristretti e con un’asticella un po’ più elevata rispetto ai prodotti di prima, i registi, che fortunatamente vanno anche a teatro, si fidano del lavoro fatto da questi artisti”.
“La nostra formazione teatrale ci ha aiutati a comporre Imma Tataranni – gli fa eco Vanessa Scalera – E’ teatro portato in tv, per ritmi, colori, dialoghi. E’ teatrale, è una forma teatrale. Finalmente alcuni registi iniziano ad andare a teatro, cosa che avrei desiderato anch’io quando ero giovanissima. Finalmente qualcuno ha capito che lì ci sono attori giovani, quarantenni, cinquantenni, che lavorano bene e che possono dire molto, fare molto. Il lavoro di scouting ora viene fatto anche a teatro, cosa che prima non si faceva”. Buccirosso, rispetto ai diversi mezzi, aggiunge: “penso che si sia sempre fatta una differenza, ma credo che non debba esserci. Il risultato deve essere sempre lo stesso, gli ingredienti che l’attore mette in gioco per andare a segno, per arrivare al cuore della gente, devono essere sempre quelli, la credibilità, la misura. Certo, ci sono delle difficoltà che si possono incontrare, ma l’attore le deve superare. Un attore che non riesce bene in uno e o due di questi ambiti, vuol dire che non è un attore completo”.

Tornando alla serie tv, l’ultima curiosità riguarda cosa questa fiction abbia dato ai suoi interpreti: Imma “mi ha dato tantissimo – afferma Vanessa Scalera – Mi ha cambiato la vita, ha reso il mio volto popolare, mi ha dato la possibilità di confrontarmi con la commedia, mi ha dato fiducia, ha visto in me cose che io non vedevo, mi ha dato la possibilità di essere amata dal grande pubblico, di conoscere grandi attori, da cui ho imparato tantissimo. Sul set assistevo alle loro performance, come una fan: quando lavori con gente che stimi, questo rende il lavoro più facile”. Per Gallo, “è una serie che ci ha arricchito, un’esperienza professionale di grande livello”. “Ci ha portato tanto affetto da parte delle persone – aggiunge Lapice – E’ stato sicuramente merito di Francesco, che ci fa lavorare con un registro suo che poi viene raccontato nella serie; con i colleghi c’è grande complicità e stima e questo ci ha aiutato, in particolare nella seconda stagione, dove tutto accadeva in maniera molto più naturale e questo ci ha permesso di divertirci molto”. Infine, Buccirosso, oltre a sottolineare il giusto mix che la fiction offre, tra l’indagine, la commedia e il privato dei personaggi, cosa non facile e che costituisce “il grande pregio che arriva al pubblico”, evidenzia anche la presenza di tanti attori nuovi, la “scelta fantastica di attori non conosciutissimi e tutti all’altezza della situazione, che faranno una gran bella figura”. E poi, conclude, “finalmente sono di nuovo diretto, dopo tante regie. Devo tantissimo a Francesco perchè mi dirige e mi piace essere diretto”.