“Fiori sopra l’Inferno” è stata un successo, anche sorprendente, della scorsa stagione televisiva: “I casi di Teresa Battaglia” tornano adesso, dal 28 ottobre, in prima serata su Raiuno, con una nuova stagione, dal titolo “Ninfa dormiente”. Tratta dalla fortunata saga letteraria creata da Ilaria Tuti, la serie – in 6 episodi – prodotta da Rai Fiction con Publispei, vede ancora una volta un’intensa Elena Sofia Ricci nei panni della profiler rude, diretta, “che combatte con i suoi demoni, che provengono dal suo passato, e con l’Alzheimer”. Un personaggio inconsueto ed affascinante nonostante, appunto, queste caratteristiche di partenza: ma, sottolinea l’attrice nel corso della conferenza stampa di presentazione della serie, “questo suo modo di reagire, così vero, così sfacciatamente vero, in fondo la rende simpatica, perchè molti di noi non riescono ad essere sinceri come lei. Ho capito anche cose di me da Teresa, mi ha lasciato questo invito a non aver paura a dire le cose, ad essere diretta”. Nel raccontare la genesi di questa fiction, Elena Sofia Ricci aggiunge che non avrebbe potuto non fare un personaggio così, appunto “ruvido, scontroso, antipatico. È chiaramente una donna che ha cicatrici, alcune ancora sanguinanti. I protagonisti di questa serie sono proprio i demoni che ci portiamo dentro” e le scelte che i personaggi devono compiere per superarli, come accadrà al giovane ispettore Massimo Marini (interpretato da Giuseppe Spata). Accanto a Teresa Battaglia torna anche l’ispettore capo Giacomo Parisi (un grande Gianluca Gobbi), mentre la new entry è il nuovo dirigente della squadra mobile, Albert Lona (Fausto Maria Sciarappa), che Teresa conosce e con il quale probabilmente ha un passato condiviso.
Al centro di seconda stagione (diretta da Kiko Rosati e scritta da Donatella Diamanti, Valerio D’Annunzio, Mario Cristiani e Giovanna Koch), un quadro misterioso, la Ninfa dormiente del titolo, e un caso di omicidio. Ma protagonista, anche questa volta, sarà il territorio, i paesaggi, le montagne friulane (le riprese si sono svolte a Malborghetto, Tarvisio, Camporosso, Cave del Predil, Fusine in Valromana, Valbruna, Chiusaforte e Udine). E anche il freddo, aggiunge Gobbi, sottolineando però l’accezione non solo meteorologica, ma anche quella del freddo del cuore che si cela in alcuni personaggi. E “dal freddo, dalla vita e da se stessa” Gobbi cerca di proteggere la profiler.
Un racconto, dunque, che prosegue, seguendo le atmosfere tracciate già nei libri di Ilaria Tuti (naturalmente con adattamenti, come – evidenzia ancora Gobbi – la linea narrativa del personaggio di Parisi, costruita dagli sceneggiatori), atmosfere non consuete per la fiction generalista, ma che hanno affascinato il pubblico, coinvolgendolo nelle indagini della protagonista, ma anche nelle vicende personali della donna, nel suo modo di approcciarsi alla vita, alle difficoltà, alle persone. Un personaggio differente, non stereotipato, sincero. E Ricci sottolinea anche il suo sarcasmo: “uno dei miei grandi maestri, recentemente scomparso, Armando Pugliese, era così, e anche mia mamma era un po’ così, e io un po’ questo personaggio l’ho dedicato a loro”. E infine, a proposito del cognome della protagonista, rivela che, essendo la scrittrice una ammiratrice del lavoro di Letizia Battaglia, in realtà è ispirato proprio a quello della famosa fotografa. Anzi – aggiunge – “nel libro Teresa aveva anche il caschetto fucsia, come Letizia, ma poi si è deciso di cambiarlo con la treccia da amazzone”.
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Paola Abenavoli
Paola Abenavoli, giornalista, critica teatrale e cinematografica, studiosa di storia della tv. Autrice dei saggi “Un set a sud”, “Sud, si gira” (titolo anche del primo sito su sud e audiovisivo, da lei creato), e “Terre promosse”. Già componente del Consiglio superiore dello Spettacolo, fa parte di Associazione nazionale critici di teatro, Rete critica e Sindacato nazionale giornalisti cinematografici.