Si parla tanto delle serie tv made in Usa, ma è la fiction italiana – troppo spesso, e probabilmente preventivamente, disprezzata – a guadagnare sempre più pubblico. E magari anche ad evolversi, uscendo – o tentando di uscire – dai clichè, innovando (un esempio recente può essere identificato ne “Il sistema”, di cui parleremo prossimamente) e guardando a forme di racconto che sono più europee, senza cercare di inseguire modelli americani, spesso lontani dalle nostre realtà. E questo spiegherebbe anche il successo di produzioni europee (vedi “Last cop” o, come prodotto più popolare, “Velvet”).
Per tentare di analizzare, di capire i motivi di un successo crescente ed anche dove stia andando la fiction italiana ed europea – senza cadere in facili semplificazioni – abbiamo deciso di dar vita ad una nuova rubrica, che segua il percorso già tracciato da #LaTvInUnTweet, ovvero le mini-recensioni televisive su Twitter. In questo caso si tratterà di recensioni vere e proprie, che saranno ospitate sul sito culturalife.it, ma che saranno rilanciate, in breve, su Twitter, appunto nell’ambito de #LaTvInUnTweet, e che rimanderanno, attraverso il link, alla recensione completa sul sito.
Dimenticavo: la rubrica si chiama, semplicemente, #FictionItaliana
E per iniziare, la scelta è caduta su una delle serie attualmente in onda e che sta riscuotendo un grande successo, con ascolti che superano i 5 milioni di spettatori: parliamo della seconda stagione di “Una pallottola nel cuore” (in onda su Raiuno), che vede come protagonista Gigi Proietti (nella foto insieme a Paola Minaccioni, Francesca Inaudi e Marco Marzocca). Indubbiamente, il carisma di un grande attore come Proietti è uno degli elementi di forza, se non “l’elemento” di forza della serie. Che, però, ha dalla sua anche un modo di svilupparsi e di proporre le storie che alcuni potranno etichettare come elementare, semplice, ma che forse gli aggettivi “garbato”, simpatico, mai eccessivo, definirebbero meglio. Certo, ci si poteva aspettare di più in questa seconda serie, soprattutto nel ritmo o nell’aspetto comedy: tuttavia, la breve durata (solo 4 puntate), un colpo di scena che sicuramente ha sorpreso gli spettatori, e soprattutto un cast di livello (tra cui spicca Licia Maglietta), che fa sicuramente la differenza, hanno giocato a favore di questo prodotto televisivo.
Particolare è il fatto che “Una pallottola nel cuore” sia una delle pochissime fiction in cui si parla di giornalismo: un tema che in Italia non ha mai conquistato il pubblico, neanche attraverso serie straniere. Tuttavia, in questo caso, di giornalismo si parla realmente poco e legandolo alla figura del giornalista investigativo, che viene da sempre mitizzato, e dunque al giallo, che fa presa sugli spettatori. Sarebbe bello se un giorno si riuscisse a realizzare una fiction italiana in cui si parli davvero di questo mestiere.
Tornando ad uno dei punti di forza, ovvero al cast, è, come dicevamo, l’elemento che probabilmente funziona di più, poichè si avverte una simbiosi tra gli attori, attratti indubbiamente dal carisma del mattatore Proietti, che però non è mai sopra le righe, non “gigioneggia” attraverso il suo personaggio, ma entra subito, grazie alla sua maestria, nel cuore del pubblico.
Un’ultima nota è, in realtà, una particolarità: molti avranno notato la scelta di proporre una coppia di personaggi interpretata da Massimo Bonetti e Cecilia Dazzi. Un tuffo al cuore per i tanti fan de “La Squadra”, la storica serie di Raitre, inspiegabilmente interrotta, nella quale Bonetti e Dazzi erano protagonisti, nei panni dell’ispettore Guerra e della sua collega e compagna Elena. Una bella sorpresa per gli spettatori poter tornare, anche solo con la memoria, ad una delle serie più belle ed innovative della tv, e potere apprezzare nuovamente due attori di livello (di Bonetti torneremo a parlare anche a proposito de “Il sistema”).