Dopo l’anatomopatologa arriva la paleopatologa; dopo il racconto tra commedia e inserti onirici, ispirati alla fantasia della protagonista, arriva il mix tra commedia e racconto storico; dopo “L’allieva”, serie interpretata, per tre stagioni, da Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale, arriva sugli schermi di Raiuno (da domenica 30 marzo, per quattro serate) “Costanza”, una nuova produzione – targata Rai Fiction e Banijay Studios Italy – sempre tratta dai successi letterari di Alessia Gazzola. In questo caso, come si diceva, protagonista della serie – presentata nel corso di una conferenza stampa – è una paleopatologa, cioè specializzata nella scienza che studia le malattie antiche e che indaga i segreti nascosti nei resti umani del passato: ad interpretare Costanza è Miriam Dalmazio, già nel cast di fiction di successo, da “Che Dio ci aiuti” alla recente “Studio Battaglia”. Accanto a lei, un altro interprete di alcune tra le serie più note, come “Un passo dal cielo”. e “Doc”, ovvero Marco Rossetti, nel ruolo di Marco, con cui Costanza ha avuto una storia e da cui ha avuto una figlia. La dottoressa, che si trasferisce da Messina a Verona – avendo vinto un assegno di ricerca di un anno presso il Dipartimento di Paleopatologia – incontrerà nuovamente Marco, che non sa di avere una figlia e che sta per sposarsi con Federica (Giulia Arena). A Verona, inoltre, Costanza incontrerà anche Ludovico (Lorenzo Cervasio), studioso di lingue antiche, che diventa subito il suo alleato in Dipartimento. Ma la parte di commedia romantica, come si diceva, si svilupperà incrociando la storia antica: l’incarico della giovane ricercatrice, infatti, sarà quello di ricostruire la storia di Selvaggia di Staufen, figlia illegittima di Federico II di Svevia, i cui resti sono stati ritrovati nei pressi del Castello di Montorio. Costanza racconterà le avventure di Selvaggia in un podcast, attraverso una narrazione venata da atmosfere thriller.
Un mix inedito, dunque, per questa nuova serie, diretta da Fabrizio Costa (regista anche de “L’Allieva”), e scritta da Salvatore Basile, Giorgio Nerone e Fabrizia Midulla. Quest’ultima, in conferenza stampa, ha sottolineato la differenza che connota sempre le trasposizioni, quella tra libri e fiction, tra due linguaggi, che porta a volte alla creazione di nuovi personaggi e a percorrere strade differenti. La scrittrice Alessia Gazzola ha rivelato come l’interesse per la Paleopatologia sia nato ascoltando al Tgr Veneto la notizia di un gruppo di scienziati paleopatologi, giunti a Verona per uno studio: da qui lo spunto per approfondire l’argomento e la nascita della trilogia letteraria aperta da “Questione di Costanza”, da cui è tratta la serie.
Ma tanti sono i temi che animano questa storia, che parla anche, come sottolineato da Miriam Dalmazio, di solidarietà femminile, di sorellanza, ma pure – come rimarcato dalla sceneggiatrice rispondendo ad una domanda – di ricerca scientifica e delle difficoltà dei ricercatori che, pur non essendo argomenti centrali della serie, sono punti di partenza e si intrecciano con gli altri temi, come quello dell’amore e del femminile, che dalla storia medievale arrivano alla contemporaneità.
Una vicenda antica, “ovviamente di finzione”, precisa Midulla, però creata “partendo da dati storici, un po’ come si fa nei romanzi storici. L’amore per la storia ha animato questa serie. Era una scommessa la commistione tra commedia e il drama”, tra contemporaneo e passato. A rimarcarlo anche il regista, che, parlando dei due piani di racconto, ha sottolineato come la difficoltà fosse proprio creare un unicum tra la storia di 800 anni prima e quella odierna. Una vicenda, quella legata alla ricerca della paleopatologa, che vede in scena Bianca Panconi (protagonista anche di “Cuori” e della stagione di “Che Dio ci aiuti” attualmente in onda), nei panni di Selvaggia di Staufen, e Kaspar Capparoni, in quelli di Federico II di Svevia, in un cast che annovera, oltre agli interpreti già citati, anche Eleonora De Luca, Caterina Shulha, Davide Iacopini, Carola Stagnaro, Franco Castellano (un ritorno alla serialità, evidenziato dal regista, per uno dei protagonisti di tante fiction di successo, da “Orgoglio” a “Commesse”), Elena Sophia Senise, Alessandro Cremona, Grazia Gagliardi, Mia Eustacchio, Francesco Ferdinandi, Marco Brandizi, Luigi Di Fiore e Federico Calistri.