Un “Avaro” originalissimo: nella scelta linguistica (con l’utilizzo del dialetto abruzzese); nella scelta scenica, con l’utilizzo sia di maschere che riportano alla Commedia dell’arte, sia soprattutto di burattini, utilizzati per rappresentare parti della storia, in maniera efficace e sintetica. E poi molto curati tutti gli aspetti: dagli stessi burattini, alla scena, con la porta che è elemento centrale, ingresso, ma soprattutto palcoscenico degli stessi burattini, alle musiche, che riprendono temi settecenteschi, ma rivisitati.
Il tutto contribuisce a dare ritmo, ma anche ad unire tradizione, rimandi a radici culturali e modernità, nella lettura, nella resa e nella trasposizione del testo, sottolineandone l’universalità.
E’ l’”Avaro” realizzato dal Teatro del Sangro, con la regia di Stefano Angelucci Marino, anche interprete insieme a Tommaso Bernabeo e Rossella Gesini. Un percorso attraverso un classico, che diverte e che offre appunto una lettura e una messa in scena innovativa di un’opera che si dimostra sempre attuale.
Ancora uno interessante spettacolo, dunque, proposto dalla compagnia abruzzese nell’ambito della rassegna di Spazioteatro, dopo “Operai oggi”, con cui lo scorso anno ha offerto agli spettatori una riflessione sugli effetti della crisi.
La rassegna “Presenze” proseguirà adesso con la nuova produzione di Spazioteatro, “Memorie di Antigone”, che andrà in scena dal 24 al 27 febbraio, per la regia e l’interpretazione di Gaetano Tramontana.