Uno spettacolo molto innovativo fin dall’epoca in cui debuttò, quasi cinquant’anni fa, e che ancora oggi mostra la sua modernità; un ruolo intenso, che, come la stessa pièce, unisce dramma e commedia: Marisa Laurito è la protagonista di “Persone naturali e strafottenti”, che andrà in scena sabato 12 marzo, alle 21, al Teatro “Garden” di Rende, nell’ambito della rassegna “Primo atto”, ideata dall’Associazione culturale Novecento con la direzione artistica di Benedetto Castriota.
Una tragicommedia, scritta da Giuseppe Patroni Griffi nei primi anni ’70, “cruda, poetica ed esilarante”, che si mostra attuale, nei temi trattati: quattro personaggi, in un appartamento a Napoli, nella notte di Capodanno, si incontrano e si confrontano, tra discussioni, liti, recriminazioni, desideri repressi. Marisa Laurito, nel ruolo di Donna Violante, Giancarlo Nicoletti – che firma anche come regista il nuovo allestimento che propone questo testo dopo tanti anni -, Giovanni Anzaldo e Livio Beshir riportano, dunque, in scena questo “spettacolo molto importante, soprattutto profetico, premonitore – come ci racconta Marisa Laurito – A volte capita ancora che qualcuno, tra il pubblico, si alzi e lasci la sala, ma oggi non si dovrebbe scandalizzare nessuno: all’epoca scandalizzò, non tanto per la storia, ma per la sua modernità e perchè presenta anche una Napoli diversa a quella a cui siamo abituati, una Napoli nera e non da cartolina. La forza dello spettacolo sta proprio nel suo essere profetico: parla di quattro solitudini ed è moderno, perchè oggi si è sempre più soli. Patroni Griffi fa parlare un trentenne dell’epoca che parla come un giovane di oggi”.
Un “testo potente”, lo definisce l’attrice, “drammatico, ma che fa anche ridere: un grande autore come Patroni Griffi sa usare la tragicità per far passare la comicità, che sta soprattutto nel mio personaggio, una povera donna disperata, abbattuta dalla storia che ha vissuto e che si trova a combattere con gli altri tre personaggi e qui la situazione diventa drammatica. Un grande autore come Patroni Griffi usa questa scansione drammatica per far ridere, come tanti autori del Novecento, come lo stesso Eduardo De Filippo”.
Un ruolo, quello di Donna Violante, che, al debutto, fu di Pupella Maggio, un’artista che ha saputo unire tradizione e contemporaneità, come la stessa Laurito: “Ma Pupella – afferma – è stata molto più coraggiosa di me, all’epoca. Ogni sera, quando indosso questi panni, penso a lei: c’è una tirata all’inizio, durante la quale guardo i volti della gente, che si stupisce che io dica tante cattive parole tutte insieme; un po’ infastidisce anche me, perchè ho sempre cercato di evitare la volgarità, ma qui la volgarità non si può evitare, è un linguaggio con cui l’autore fa capire la situazione in cui ci troviamo, a cosa facciamo riferimento. Penso spessissimo a Pupella Maggio – che non ho avuto la fortuna di vedere in questo ruolo, ma forse è meglio, magari qualcosa l’avrei ripresa, in questo modo mi sono appoggiata solo a me – e credo che per lei sia stato pesantissimo: 40 anni fa era come volere strappare un velo dagli occhi”.
Si parla di tanti temi ancora oggi attuali, come il razzismo: ed a rendere vive queste tematiche è un cast, tiene a sottolineare Marisa Laurito, “di attori straordinariamente bravi”. L’idea di riprendere questo testo dopo tanti anni, spiega ancora, “è stata del regista e, quando me l’ha proposto, ho detto subito di sì: era un personaggio che mi piaceva moltissimo, uno dei pochi che lasciano all’attore e all’attrice la possibilità di potersi esprimere sia nella comicità che nella drammaticità”. Quanto è importante portare in scena spettacoli che riescano, appunto, a unire dramma e commedia, attraverso il tocco autorale? “Secondo me è molto importante, perchè il teatro oggi, ancora di più, sta rischiando di diventare superficiale come sono molti spettacoli in tv. Quindi, portare in teatro un testo che faccia sorridere e faccia anche riflettere, per me è importantissimo”.
Tanti impegni teatrali e anche al cinema, con il film di Sergio Rubini sui fratelli De Filippo, nell’intensa interpretazione della moglie di Scarpetta: ma c’è un ruolo che Marisa Laurito ha nel cuore e vorrebbe interpretare? “Un ruolo che ho avuto nel cuore, ma che non ho mai pensato di realizzare – risponde l’attrice, citando solo un’idea di un progetto con il grande amico Gigi Proietti – era Filumena Marturano. E’ uno di quei ruoli che mi sarebbe piaciuto fare, ma sicuramente ce ne saranno tanti altri da affrontare nel futuro. Sono del parere di accogliere sempre la vita, di lasciarmi andare ai progetti che arrivano e di mettere in piedi quelli che mi appassionano. Attualmente sono molto presa dalla direzione del Teatro Trianon. Secondo me, la cosa bella dell’arte e di un artista è nella capacità di scelta: questa è una grande libertà di cui mi sono sempre avvalsa; anche quando da giovane non avevo soldi e mi chiamavano per un ruolo, io ho sempre scelto la cosa che mi piaceva di più, che mi andava di fare. In passato era più complicato, ma ho scelto sempre le cose che mi piacevano. Oggi continuo a fare lo stesso, la passione è quella che mi porta, la voglia di fare quello che mi piace: e ritengo questa una grande libertà”.