“Una sala gremita, dove siedono studenti, docenti, operatori teatrali, attori, ricercatori, e un tavolo dedicato alla ‘formazione del formatore’. È quanto si è prefigurato, all’interno dell’IC Cosenza V. Roma – Spirito S. Plesso Scuola Primaria di Cosenza, per il Convegno “Coltivare Teatro” organizzato da Cresco Calabria, costola del Progetto Cresco, Coordinamento Nazionale delle Realtà della scena Contemporanea, che in tutto il paese vede un Direttivo composto da 10 persone, con antenne regionali e tavoli di lavoro variegati.
L’incontro, si è posto l’obiettivo del confronto intorno alla importanza della pedagogia teatrale, e della conseguente formazione utile alla crescita degli adolescenti. L’idea, totalmente abbracciata dal dirigente scolastico Massimo Ciglio, ha messo in luce informazioni, studi, ricerca, pedagogia, ha inoltre inteso porre interrogativi circa progettualità, normative, ed ha indagato, restando coerenti al percorso di Progetto Cresco, sul rapporto Miur e Mibact a proposito dell’identità del formatore, sul valore, e sulla ricaduta dello stesso sull’intero territorio. Un compito arduo, se si pensa che tale figura debba essere individuata secondo titoli, ma anche secondo esperienza e vocazione, e rientra nel mondo del patrimonio immateriale.
A coordinare l’evento, Ester Tatangelo, direttrice artistica di Hermit Crab e promotrice Cresco Calabria, la quale ha introdotto la giornata con particolare entusiasmo. È seguito il discorso sulla bellezza, di Margarete Assmuth, docente e pedagoga Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano da cui si è estratto un frammento di manifesto del convegno. “I ragazzi che vengono dai licei sono in apnea – ha affermato in video conferenza – l’amore chiude la paura di non farcela, la paura di essere umiliati. È compito degli insegnanti stare accanto ai ragazzi. Altamente controproducente alimentare la minaccia. L’Italia, la democrazia hanno oggi bisogno di pedagoghi”. Il teatro, quindi, come ritorno alla realtà e alla consapevolezza, non solo creatività e fantasia, perché il teatro aiuta a liberare se stessi. Restando sul piano della consapevolezza che restituisce la pratica teatrale, trasmessa dagli esperti, Maria Grazia Bisurgi, attrice di Cresco Calabria e di Con i miei occhi, ha riportato una particolare esperienza formativa, artistica e umana. “Dal 2014 Con i miei occhi ha portato avanti una esperienza di alta formazione con Merry Conway, sulla figura del clown, con la quale ha indagato sulla poetica del fallimento”.
Ma Progetto Cresco, con i suoi tavoli tematici, ed il suo essere versatile, nutre uno sguardo ampio, non si arresta alla formazione fine a se stessa ma crea, studia, elabora nuovi percorsi e visioni, per far si che il Ministero possa venire incontro, con norme e leggi adeguate, a tutte le esigenze degli operatori teatrali. Il presupposto di Cresco, dunque, è di avviare un dialogo condiviso, forte, e persuasivo. “Cresco si occupa da sempre delle questioni teoriche portate avanti dalla scena contemporanea – dice Hilenia De Falco, del Direttivo Cresco Nazionale, tavolo formazione – Si è interfacciato con il Miur, per un dialogo fra il mondo della scuola e il mondo del teatro, perciò è necessario un processo partecipato”. Saremo a Milano, per il tavolo di lavoro con Astra e Assitej, due soggetti di livello nazionale che si occupano di formazione e di teatro ragazzi, con l’obiettivo di fornire al Miur elementi utili a definire l’identità del formatore teatrale. “Abbiamo una priorità condivisa – aggiunge Hilenia De Falco, che fra le altre cose fa parte anche di Interno 5 Napoli – il riconoscimento del valore della professionalità”.
Quando si indaga su formazione, pedagogia, e teatro, il dibattito critico non può tralasciare la responsabilità della scuola nel formulare progetti validi, escludendo cosi il mondo dilettante, cioè l’amatoriale. A quanto pare, purtroppo, il Miur tende a dare man forte alla Fita (teatro amatoriale). Cresco, intende mettere dei paletti, al riguardo, con un regolamento, che presenti particolari requisiti. Da ultimo, la definizione della figura del formatore porterà all’istituzione di un albo. Restando nell’ottica della rilevanza dell’esperto quale formatore, Dario Natale attore e regista di Cresco Calabria, e di Scenari Visibili – Tip Teatro aggiunge “Stiamo assistendo a un processo di mercificazione, con stagioni di teatro amatoriale, con prevalenza di quantità e non di qualità. Provengo da una formazione molto lunga, fatta di quadernoni, esercizi, appunti, ma oggi cerco la destrutturazione. Questa fase mi è servita per impastarla non solo con la mia esperienza personale ma anche con quella formativa”.
“Dopo circa due anni (riforma della cosiddetta Buona Scuola legge 107 del 13 luglio 2015) – si legge nella nota inviata da Andrea Naso attore e regista di Cresco Calabria e Dracma Teatro – arriva l’altro provvedimento legislativo definitivo ovvero il Decreto legislativo n° 60 del 13 aprile 2017 che, dopo tutte le meravigliose premesse indicate nella Buona Scuola e ribadite in questa sede, regolamenta in parte gli obiettivi e le modalità attuative demandando però l’applicazione genericamente all’autonomia scolastica, dunque ai dirigenti”. E sempre con riferimento all’accordo Miur – Fita Naso ha aggiunto ” Se il legislatore insomma , con il coinvolgimento di MIBACT e MIUR, pensava di fare un passo anche rivoluzionario se vogliamo, promuovendo ed inserendo il teatro nelle scuole, in realtà e in questa fattispecie, tutta italiana, si ritorna indietro di un secolo. Capita sempre più spesso di accingerci a presentare domanda per un laboratorio teatrale PON all’interno di una scuola e ci accorgiamo che i titoli e requisiti richiesti nel bando non sono più specifici e pertinenti all’attività teatrale o alla regia ma addirittura risultano calzanti ai docenti stessi interni all’istituto (abilitazione all’insegnamento, pubblicazioni, patente europea per il computer, laurea generica,etc). In questo contesto mortificante e miope dobbiamo dire dunque che l’accordo MIUR-FITA non è più un cattivo inizio ma un tragico risultato”.
Coltivare Teatro, ha rappresentato la spinta ad una ulteriore messa in campo, volta ad unire intenti comuni, storia e tradizione. Presente al tavolo anche Maria Rosaria Lo Monacodi Otis, Oltreiconfini il Teatro incontra la scuola. “Oltre alla recita c’è una ricerca su cui portare avanti il discorso teatrale – ha detto – il teatro c’è sempre stato a scuola”. A rivestire senso politico e impegno istituzionale, l’incontro con Maria Francesca Corigliano, Assessore alla Cultura della Regione Calabria. “Abbiamo investito i fondi Por interamente sulla sicurezza nelle scuola – ha affermato l’assessore che in passato ha rivestito il ruolo di docente – con 400 progetti in fase di attuazione. Nella dimensione immateriale i fondi Por sono destinati alla dispersione scolastica (5 milioni su orientamento e 7 milioni su disperazione). È importante una visione olistica laddove la formazione ricada anche sul docente. Attualmente abbiamo investito 945 mila euro di fondi Pac per la produzione. Cercheremo di privilegiare i progetti per formazione sulla legge 27”.
A fornire un ulteriore approccio pedagogico, Vincenza Costantino ricercatrice e docente “I dirigenti commettono una pecca, quando entra l’esperto di teatro si aspettano subito lo spettacolo. Servono due fonti di conoscenza. Pratica teatrale e pratica teorica. Gli esperti però non devo entrare nelle scuole perché non sono, altrimenti, riusciti a realizzarsi artisticamente”. A dare l’esempio di esperto formatore, al di là di copioni imparati a memoria, come hanno attestato le video interviste dei ragazzi, Massimo Zordan attore e regista della Scuola d’Italia G. Marconi di New York “Lo stesso esercizio lo applico, in modo diverso, a più classi. Porto avanti il teatro della creatività e il teatro dell’oppresso – ha detto Zordan – È importante il giusto approccio alla scoperta senza ostentare soluzioni o saperi”.
Il convegno si è concluso con una tavola rotonda, mediante riflessioni condivise da parte di alcuni studenti, e attori. Fra questi anche Dario De Luca di Scena Verticale che ha parlato di coraggio da parte degli esperti nell’affrontare un testo apparentemente difficile. I saluti e le riflessioni anche da parte di Dora Ricca, fresca insieme al Teatro dell’Acquario di Premio Ubu alla Carriera, che ha rimesso in discussione il ruolo dell’attore, partendo da una forte tradizione, e dalla memoria, necessaria al presente. Cresco Calabria si ritiene soddisfatto del risultato raggiunto, e si propone già nuovi percorsi da seguire insieme, oltre a nuovi argomenti da portare ai tavoli istituzionali regionali. Presenti anche TeatroP, Teatro del Carro, Teatro Primo, Confine Incerto, Spazio Teatro, Dracma Teatro, Piccola Compagnia Palazzo Tavoli Compagnie promotrici di Cresco Calabria”.