Prosegue la stagione “RiPassi Teatrali”, organizzata dalla Residenza Teatrale della Piana “del Bello perduto”: l’auditorium di Polistena ospiterà, infatti, due nuovi appuntamenti con la prosa e con il teatro famiglie. Il 17 febbraio, alle ore 21,30, di scena Principio Attivo Teatro, che propone “Opera Nazionale Combattenti presenta I giganti della montagna – Atto III”: protagonisti Leone Marco Bartolo, Dario Cadei, Carla Guido, Otto Marco Mercanto, Cristina Mileti, Giuseppe Semeraro. La voce fuori campo è di Silvia Lodi, mentre la regia è di Giuseppe Semeraro. Domenica 19, alle ore 17, per il Teatro Famiglie, invece, in programma “Il giocattolo rifiutato”, di e con Michele Tarallo.
Un progetto che prosegue, dunque, quello iniziato lo scorso dicembre e diretto da Andrea Naso, e che si snoda attraverso spettacoli, ma anche momenti dedicati alla formazione. Infatti, sono tre le sezioni del progetto: Prosa, Teatro Famiglie e, appunto, Formazione. Il tutto “ri-partendo” dai classici – Goldoni, Eduardo, Shakespeare, indispensabili punti di partenza per, appunto, “ri-partire” – e restituendo un percorso che attraversa tutte le fasi del fare e del fruire teatro. “Un progetto in cui, alla base, c’è la volontà di proporre Teatro e non Spettacolo, produzione artistica e non intrattenimento, per un pubblico teatrale nuovo e rinnovato e non sedimentato e passivo”. Passi e RiPassi partecipati, dunque, vengono definiti gli appuntamenti della stagione: “Ri-guardare il Teatro, per ri-vedere, per ri-conoscere, come primo Passo per un nuovo metodo inclusivo di crescita collettiva nei processi culturali, e forse come necessaria ri-partenza per i territori del sud che, più di altri, patiscono l’abbandono culturale”.
Uno degli aspetti più importanti è quello della formazione: “una serie di laboratori e seminari abbinati alla visione degli spettacoli in cartellone, rivolti agli studenti e a quanti vogliono avvicinarsi al teatro”. Appuntamenti che, in questi mesi, hanno attratto il pubblico e lo hanno messo in contatto con nomi importanti del teatro nazionale.
Il laboratorio permanente di recitazione della Residenza teatrale della Piana, diretto da attori e registi dalla Compagnia Dracma, si “propone come scopo prioritario quello di essere per i corsisti un prezioso mezzo di sviluppo della persona e delle abilità comunicative ed espressive”, snodandosi tra diverse discipline, come educazione vocale, dizione, espressione corporea, improvvisazione, recitazione, combattimento scenico, lettura interpretativa, canto, analisi testuale, etc. E poi i workshop tematici, tenuti da docenti esterni, importanti nomi del panorama artistico italiano: tra questi, grande entusiasmo ha suscitato quello tenuto da Franco Di Corcia jr, che a Polistena ha, inoltre, presentato il suo recente spettacolo “Filumè – Una voce e mille pensieri”. Una rilettura di “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo, che è qualcosa di più: è un percorso in cui, come spiega lo stesso Di Corcia, è la voce la protagonista che conduce attraverso l’animo umano. L’animo di una donna che però è reso da un uomo, che indaga la personalità di Filumena, e che diventa, attraverso la voce, Filumena stessa. Il pubblico, prosegue l’attore e autore, non si accorge che in scena sia un uomo a parlare, “tanto è rapito dalla Voce e dalla voragine dei sentimenti che essa produce ”. Un monologo che, dunque, è qualcosa di più: un lavoro intenso di costruzione, di creazione di un testo in cui, attraverso la voce, Filumena riesce a dire, a tirar fuori altri sentimenti, senza per questo tradire la commedia originale, ma dando un ulteriore spazio all’animo, ai pensieri di un personaggio intenso e sfaccettato.
Uno spettacolo che è frutto di grande studio, di approccio inedito e partecipato: e questo modo di approcciarsi al teatro, Di Corcia lo ha trasferito ai giovani allievi del laboratorio teatrale, attraverso il workshop “Non c’è nessuno”, incentrato sui costumi italiani a cavallo tra ‘800 e ‘900 per arrivare all’Italia della “Legge Merlin” che ha imposto la chiusura delle case di tolleranza. Un laboratorio fondato sulla narrazione e sulla fisicità, elementi di un teatro di narrazione che sempre più sta affascinando il pubblico. Un workshop che ha avuto riscontri molto positivi e che lo stesso Di Corcia ha molto apprezzato, dichiarando, in un’intervista, di aver trovato nei partecipanti “generosità nel sapere, fame di capire, voglia di scoprire il linguaggio più bello ed universale: il Teatro”. E ha aggiunto: “Il vero risveglio culturale e teatrale parte dal Sud e la Calabria ha tanto da dire e da dare. Trovo interessante anche offrire al pubblico calabrese – come sta facendo Andrea Naso – il Teatro e la nuova drammaturgia come strumento che ci permetta di orientarci nella contemporaneità”.