Proseguono, a Modena, le incursioni teatrali del Teatro dei Venti con le “Favole al Citofono”, dal lunedì al venerdì nella fascia oraria dalle 18.30 alle 19.30.
“Sei attori si incamminano per raccontare ciascuno una storia, “Il paese senza punta” con Francesca Figini, “La strada che non va in nessun posto”, con Davide Filippi, “Un giovane gambero”, con Oxana Casolari, “La passeggiata di un distratto”, con Gioele Rossi, “Uno e sette”, con Davide Tubertini, “Giacomo di cristallo”, con Diana Dardi.
Il progetto del Teatro dei Venti, iniziato con successo nel mese di dicembre del 2020, si ispira alle “Favole al Telefono” di Gianni Rodari, a quel rappresentante di commercio che ogni sera, da una località diversa raccontava alla figlia una storia per darle la buonanotte. Le storie durano pochi minuti, ma le performance iniziano quando l’attore o l’attrice varcano la soglia del Teatro per attraversare le strade del quartiere. Dal costume viene fuori una musica che accompagna il tragitto verso il domicilio dello spettatore. Arrivati a destinazione, gli attori suonano il campanello e dopo il “Chi è” di rito iniziano il racconto.
Le “Favole” sono declinate per diversi contesti e differenti tipologie di pubblico, nelle prossime settimane sono in partenza anche i nuovi appuntamenti delle Favole alla Finestra, con la scala per arrivare fino alle classi delle Scuole Primarie della città, e le Favole al Telefono o su Zoom per gli ospiti di Case per Anziani e altre strutture residenziali.
Il 25 gennaio le Favole sono state presentate presso la Comunità per pazienti psichiatrici “Sottosopra”; il 4 e 5 febbraio arriveranno alle classi della Scuola Primaria De Amicis di Modena e altre date sono in via di definizione.
“Ci sono più posti che strade” dice Martino Testadura, protagonista di una delle fiabe di Rodari, invitando a esplorare nuovi percorsi, a cercare nuove possibilità espressive e di relazione. Un progetto che si ispira implicitamente a quella “Grammatica della fantasia”, manuale per inventare storie e dispositivo speciale per uscire dalla routine dell’apprendimento. Una routine che, tra chiusura dei teatri e sospensione delle attività, rischia di colpire duramente il settore dello spettacolo dal vivo.
“Le Favole per noi sono un esperimento poetico – dice il direttore artistico Stefano Tè – che mette alla prova il linguaggio teatrale per accrescere le possibilità di relazione, senza cercare scorciatoie, senza per forza rifugiarsi in uno schermo”