Si esce con gli occhi pieni di emozioni, dalle sale in cui si svolge Primavera dei Teatri. Consapevoli di avere preso parte a percorsi di innovazione, a letture e linguaggi che aprono prospettive nuove. A nuovi modi di fare teatro sempre diversi, che approfondiscono aspetti, che guardano con approcci inediti alla realtà o che la uniscono ad un sogno per farne, semplicemente, teatro. Fino allo sconvolgimento totale di schemi e testi, al coinvolgimento in un percorso, appunto, che spazza via ogni regola e che travolge con la propria genialità.
La dodicesima edizione del festival ha offerto ancora una volta una ricca panoramica di un teatro contemporaneo indubbiamente in crescita, alla ricerca continua di stimoli e strumenti espressivi. E soprattutto giovane, fatto da giovani, ma universale nella sua essenza.
TEMI E ASPETTI
Quest’anno il festival – dedicato al critico Franco Quadri, scomparso alcuni mesi fa – ha avuto degli aspetti che sembrano accomunare gli spettacoli: una ricerca all’interno dell’animo umano, dell’umanità sempre più dubbiosa, individualista, problematica; una ricerca legata a volte all’identità sessuale o ai non detti nei rapporti; la fisicità vista spesso come assoluto coinvolgimento, assoluta totalità dell’essere davanti a se stesso e al mondo; e poi la realtà, o la modernità e la storia che si incontrano.
GLI SPETTACOLI
Colpisce, coinvolge, stupisce e lascia totalmente senza parole: meritatissima ovazione per l’ultima opera di Ricci/Forte, “Grimless”. Come per qualcosa che apre nuovi scenari interpretativi, che con un ritmo vorticoso trasporta in un teatro in cui immagine, movimento, costruzione scenica, parola che diventa forza attraverso sintesi e immediatezza, creano un unicum e nuovi orizzonti teatrali. Senza dubbio, lo spettacolo più innovativo visto a Castrovillari.
Alto livello e grande ricerca anche in un altro spettacolo, in questo caso proposto in prima nazionale, ovvero “Radio Argo” (nella foto, una scena dello spettacolo), che ha rivelato, ancora una volta, la grande qualità artistica di Peppino Mazzotta. L’attore calabrese, che il pubblico televisivo conosce anche per il ruolo di Fazio ne “Il commissario Montalbano”, sul palcoscenico mostra una poliedricità, una tecnica, una versatilità straordinaria, una grande padronanza vocale, una capacità di passare da un personaggio all’altro con naturalezza e abilità interpretativa. Mazzotta mette in scena il testo con cui Igor Esposito rivisita l’Orestea, vestendo i panni dei vari personaggi, e attraverso anche citazioni e concetti di grande attualità: il tutto legato da una figura, una sorta di coro, rappresentato in realtà da un dj radiofonico. L’umanità nelle sue diverse forme, fino alla consapevolezza dell’essenza della vita in quel “governare, governare, governare…preferisco il rumore del mare” (parafrasando Dino Campana), che suggella l’applaudita prova di Mazzotta.
Ma Primavera dei Teatri è stata anche, tra l’altro, desiderio di guardare nel profondo dell’esistenza di un attore, al di là della scena, in “Fine”, ottimamente interpretato da Luigi Iacuzio; il tentativo di rinnovare un’impostazione da tragedia familiare attraverso elementi di lettura e testuali nuovi di “Frateme”, altra bella prova di attori, supportata anche da scelte sceniche molto interessanti.
Punta molto sull’aspetto visivo pure “Il paese delle ombre”, della giovane ma già affermata autrice Maria Teresa Berardelli. E ancora tanto, tanto altro, tanti altri spettacoli ricchi di suggestioni.
Insomma, novità di stile e di linguaggi che animano sale e teatri del Proconvento, ancora una volta.
INCONTRI
Ma il Festival, ideato da Saverio La Ruina e Dario De Luca, di Scena Verticale, è, come sempre, anche incontri e iniziative collaterali, sempre legate al mondo del teatro.
E quest’anno, si è aggiunto anche il partecipato evento degli Stati generali del teatro calabrese, voluto dalla Regione. Un momento in cui gli operatori provenienti da tutta la Calabria hanno sottoposto all’attenzione dell’assessore Caligiuri (che ha, in apertura, illustrato alcune iniziative che si intendono portare avanti e idee, tra cui una Notte per il teatro e la creazione di un centro internazionale della nuova drammaturgia, idea lanciata da Scena Verticale), tutta una serie di questioni che animano, ma soprattutto attanagliano, un teatro calabrese in realtà ricco di professionalità ed entusiasmo, elementi che non vanno frenati.
E dunque la necessità di ascolto, di concertazione (soprattutto nella redazione di normative), di attenzione nei confronti di produzioni e realtà, sono stati i punti posti sul tavolo. Oltre, naturalmente, all’argomento Magna Grecia Teatro, che ha calamitato gran parte del dibattito. Tante problematiche e proposte avanzate, nella speranza che si possano ottenere risposte concrete.
Altro confronto intenso, quello sulle opportunità fornite dai Por al settore culturale.
Ancora: la presentazione di un importante progetto nazionale, il C.Re.Sco., un coordinamento di realtà della scena contemporanea, basato sulla sinergia tra operatori e artisti.
E poi il ricordo di chi ha dato molto al teatro calabrese, come Pino Michienzi. Un ricordo che passa da un video, ma anche dalle parole del figlio Luca e della moglie, Annamaria De Luca, la quale ha posto l’accento sulla necessità di unione tra tutti i soggetti, affinchè il teatro calabrese possa divenire sempre più forte. Con uno sguardo anche al settore degli uffici stampa e della comunicazione, come importanti veicoli di promozione.
E infine, concerti, degustazioni, presentazione di libri (quello di Pierfrancesco Giannangeli, “Invisibili realtà. Memorie di re nudo e incontri per un nuovo teatro”) e soprattutto momenti di aggregazione, di incontri, di scambio culturale, che Primavera dei teatri riesce a creare come poche altre manifestazioni sanno fare.