Un testo intenso, di grande forza. Un interprete di straordinaria capacità espressiva, che regge sulle sue spalle (anche a livello letterale, fisicamente, soprattutto nella prima parte) un monologo che rappresenta una prova attoriale di alto livello. “Orapronobis” apre con successo la stagione di prosa del Teatro Siracusa di Reggio Calabria: e dà chiaramente la linea di questo percorso, come evidenziato peraltro già in conferenza stampa dal direttore artistico Massimo Barilla. Ovvero, un percorso attraverso un teatro di narrazione che fa un passo in avanti, che è qualcosa in più, che guarda oltre; che si avvale dell’uso del dialetto, da qualche anno “recuperato” nella sua valenza piena, anche artistica, dal teatro contemporaneo. E che, come nel caso di “Orapronobis” (recitato in dialetto siciliano) diviene esso stesso, al di là della forza dirompente del testo, elemento di racconto, mezzo propulsivo – anche con la sua sola musicalità – del racconto e dei suoi intenti, con cadenze ed intonazioni che divengono, appunto, strumenti narrativi, al di là delle singole parole e delle singole frasi. Parole che pure, nel testo di Rino Marino della compagnia trapanese Marino/Ferracane, già vincitrice del Premio della Critica al Dante Cappelletti 2010 con “Ferrovecchio”, hanno già di per sé una grande intensità, nel porre il protagonista, solo in scena, davanti ad un potere ecclesiastico distante dal popolo, potere contro cui rivolge la propria invettiva, e davanti a se stesso, alle sue sofferenze, alla ricerca di sé, di una preghiera, di un sogno in cui sfogarsi e di una realtà che sia liberatoria. Due piani che si scontrano, un “io” dolente frutto di un’umanità dolente, che lo spettacolo ci pone di fronte, nella sua semplicità e nella sua forza. Spettacolo cui dà vita, come si diceva, un interprete dalla grande forza scenica come Fabrizio Ferracane, che sul palco “giganteggia”, in quel suo personaggio sdopppiato, anche nella recitazione fisica e interiorizzata, tra sogno e realtà, appunto.
Una apertura in grande stile, dunque, per la rassegna teatrale del “Siracusa”, che proseguirà fino a fine maggio.