Rimanda a toni tra il grottesco e il surreale, alternando l’ironia al dramma ed ispirandosi liberamente al mito di Narciso, il nuovo testo di Filippo Gessi, “Eco e Iso”, produzione di Scena Nuda proposta in anteprima, come lettura scenica, nell’ambito della rassegna “Yard Cantiere Creativo”, svoltasi a Reggio Calabria. Un viaggio, un percorso anche interiore, che affrontano due coppie: Naro e Nara, genitori di Iso, che ha come compagna Eco. I più giovani vivono un rapporto tormentato, in cui lei è succube della violenza, fisica e psicologica, dell’uomo, che tratta la ragazza come se fosse un giocattolo. Pure i genitori sembrano vivere un rapporto sbilanciato, anche se il tutto traspare da toni più ironici, baruffe e discussioni in cui il padre si sente oppresso dalla moglie. Due percorsi che si incrociano, lungo un sentiero che dovrebbe condure ad un ipotetico luogo, Farso, forse fonte di felicità, di risoluzione dei problemi. Ma è un luogo dove probabilmente nessuno è mai giunto e le due coppie sembrano sempre ferme, bloccate o seguire un cammino che le riporta allo stesso punto. Dal sarcasmo al dramma, le dinamiche di coppia si ravvisano tutte nel testo di Gessi, con surrealismo, ma anche con il realismo che la cronaca di oggi purtroppo ci rimanda continuamente. Dinamiche che dal quotidiano trasportano all’interiorità, ai rapporti familiari, ai non detti e ai piccoli gesti. L’anteprima rivela un’ottima premessa per la messa in scena di questa nuova intensa produzione, anche grazie alla prova dei quattro attori protagonisti: è un’autentica gara di bravura tra Gessica Granato, nei panni di Eco, Tino Calabrò in quelli di Iso, Alessio Bonaffini (protagonista anche del recente “Formiche” di Saverio Tavano, proposto proprio nell’ambito della stessa rassegna “Yard”) e Margherita Smedile, in quelli di Naro e Nara. Già in questa lettura scenica emerge la forza dei personaggi, attraverso l’interpretazione degli attori, che riflettono la sofferenza, la prevaricazione, la confusione e il dubbio, il grottesco, il senso di protezione che caratterizzano le due coppie ed il rapporto tra genitori e figlio. Un percorso intenso, anche dal punto di vista attoriale, che traduce l’originalità ed il ritmo del testo, facendoci presagire una altrettanto intensa messinscena.