Un’idea innovativa, per cercare di tenere viva la cultura, il teatro ed il suo rapporto con il pubblico: il Festival “Miti Contemporanei” sceglie una strada nuova, quella che unisce performance e laboratorio/analisi del testo, per dare vita a “Re-actor”, un esperimento online che ha coinvolto numerosi spettatori, per otto appuntamenti (che si concluderanno il 20 dicembre), più uno conclusivo speciale a fine anno. Dopo il successo di “Re-acting”, l’attività formativa svolta durante il periodo del primo lockdown, la compagnia teatrale Scena Nuda di Reggio Calabria ha infatti scelto, in occasione della nona edizione del Festival che tradizionalmente si svolge tra novembre e dicembre, di dare vita ad un progetto che, come il precedente, portasse attori ed esperti di teatro ad interagire con il pubblico attraverso il web. E lo ha fatto unendo l’attività formativa, in questo caso l’analisi del testo, con la performance, ovvero momenti teatrali, tratti da opere famose o da nuovi spettacoli, realizzati da famosi attori di ogni parte d’Italia. Un appuntamento che ha suscitato l’interesse di giovani e over 40, secondo la distinzione operata dagli organizzatori, che hanno così suddiviso i gruppi in due turni, durante i quali si è prima apprezzata la performance, per poi indagare, sotto la guida del regista, attore ed autore Filippo Gessi, i vari aspetti del testo appena messo in scena.
Un esperimento riuscito, dunque, quello ideato da Scena Nuda, che ha visto la partecipazione di sei attori, Viola Graziosi, Graziano Piazza, Teresa Timpano, Lorenzo Praticò, Francesco Godina e Laura Bussani. Al centro di questo progetto, il tema “Generations”, più precisamente il confronto genitori-figli, declinato attraverso una serie di testi, da Morte di un commesso viaggiatore a Medea, da Re Lear ad un testo contemporaneo come Il rider, la nonna e l’intelligenza artificiale. Un testo innovativo, portato in scena da Godina e Bussani, che ha molto coinvolto i giovani, per la freschezza e la profondità dell’opera, per l’interazione con uno di quei dispositivi che oggi popolano le nostre case e che diventa un terzo personaggio, insieme alla divertente nonna ed al problematico nipote, i cui racconti si intrecciano, come verità opposte di una stessa vita, di uno stesso percorso, descritto però dai sentimenti di due persone distinte, ma unite. E la ricerca di una messa in scena particolare, di una sintesi, anche visiva, che però riesce ad arrivare compiutamente agli spettatori, seppure attraverso lo schermo di un computer, decreta sicuramente il successo di questo progetto. Insieme all’analisi, all’approfondimento, al percorso che completa “Re-actor”, e che crea un’importante formazione dello spettatore, utile ad un approccio più consapevole dello spettacolo, si spera presto anche dal vivo.
“L’idea di trasformare “Miti contemporanei” in una versione online nasce, naturalmente, dalla necessità di permettere al Festival di poter esistere in questa nona edizione 2020, in questo momento in cui la problematica epidemiologica è importante, le restrizioni sono alte e soprattutto perchè i teatri sono chiusi ed è vietata la forma dal vivo”, dichiara Teresa Timpano, direttore artistico di Scena Nuda e di “Miti contemporanei”. “Quindi – prosegue – l’idea è stata di mettersi in moto per poter continuare a stare insieme al pubblico e a coinvolgere in modo professionale attori provenienti da varie parti d’Italia, che non potevano viaggiare per ovvi motivi. Così ci siamo detti che, però, collegandosi online, potevano raggiungere comunque il pubblico calabrese”. Bilancio positivo, quello che traccia Teresa Timpano: “l’idea sta funzionando bene, abbiamo creato questo rapporto di performance e laboratori con il pubblico, che ha risposto acquistando un abbonamento online e che segue attivamente ogni appuntamento. Si sono susseguiti sei attori, Viola Graziosi e Graziano Piazza da Roma, la sottoscritta e Lorenzo Praticò da Reggio, Francesco Godina e Laura Bussani da Trieste, con un trainer, Filippo Gessi, collegato da Milano e da Reggio. Hanno lavorato con il pubblico diviso in due gruppi, un pubblico di giovani e un pubblico over 40, divisi anche perchè la seconda parte del progetto è un dibattito/laboratorio sui testi ascoltati e visti e quindi anche la discussione può avere una omogeneità di contenuti, di tipi di riflessione”.
“Siamo contenti, nonostante tutto – aggiunge – perchè questo strumento continua ad interessarci e sicuramente ne faremo uso anche più avanti, perchè veramente è nata una nuova forma d’arte, probabilmente, che non sappiamo ancora come si chiama ma che dà una grossa possibilità, soprattutto a chi, come noi, è lontano dai centri culturali italiani e internazionali. Sono convinta che si possa andare avanti e che, con collaborazioni con altri teatri si possano raggiungere anche persone di altre regioni, non solo attori, ma anche pubblico. Tanto che stiamo cominciando a collaborare con la regione Friuli Venezia Giulia, perchè ci interesserebbe aprire al pubblico di quella regione. Dunque, tutto in divenire, in modo propositivo, sotto il cielo di Reggio Calabria che ci aiuta, ma collegati, speriamo, più avanti, anche con l’Europa. E forse non solo”.