«Il film “Un mondo a parte” sposa completamente il concetto di “Restanza” di Vito Teti. Abbiamo parlato la stessa lingua, è una tesi che ho condiviso, è andata a fondo su una tematica molto attuale e cara a tanta gente. Quella dello spopolamento dei piccoli centri e della chiusura delle scuole è una realtà che accomuna tutta Italia, da Nord a Sud».
Ad affermarlo il regista Riccardo Milani, che, nella serata del 23 settembre, è stato protagonista dell’undicesima edizione della Primavera del Cinema Italiano Film Fest – Premio Federico II. Una sala gremita, al Cinema Citrigno di Cosenza, ha avuto modo di assistere al primo incontro in assoluto tra il regista di “Un mondo a parte” e l’antropologo calabrese Vito Teti. Dopo l’Accademia della Crusca e la Treccani, il termine “Restanza” viene inserito nella sceneggiatura di un film.
«Anche se inizialmente il concetto di “Restanza” non viene ben accettato dai protagonisti del film, alla fine decidono però di restare nel loro paese. Restare, partire, tornare: credo sia un problema che accomuna tutte le aree interne dell’Italia. Questo film, il mio libro, sono amati dai giovani che si interrogano sul rapporto che hanno con il luogo in cui sono nati, ma da cui sono partiti, e sul senso dell’abitare. Sono posti vuoti, dove le relazioni umane sono diminuite, non ci sono gli ospedali, i servizi, le strade e onestamente noi della “Restanza” dobbiamo portare avanti una politica ben precisa, chiedere diritti perché restare, così come partire, è un diritto e non una scelta».
La storia raccontata da Riccardo Milani ha avuto in questi mesi un enorme successo: “Un Mondo a parte” è risultato il film italiano più visto nel 2024, vincitore del Nastro d’Argento 2024 come migliore commedia. «Sapevo che il tema sarebbe stato coinvolgente, con i miei film – spiega Milani – cerco di parlare al pubblico. Penso che il cinema debba fare questo, in maniera semplice e meno strategica possibile, toccando anche temi importanti del nostro Paese senza nasconderli. Nel film non c’è nulla di inventato, aderisce totalmente al pensiero di Vito Teti e vuole essere un film di un’intera comunità, di gratitudine all’impegno, al sacrificio e alla dedizione di tanti insegnanti che fanno questo mestiere in condizioni complicate».
Share.
Facebook
Twitter
LinkedIn
Copia Link