Lettera aperta alla città.
In seguito alle dichiarazioni rilasciate da Luca Barbareschi alla stampa locale relative al Teatro Cilea, molti operatori del settore prosa impegnati in città firmano queste riflessioni.
Siamo d’accordo sulle prime analisi di Barbareschi che lamentano una pessima organizzazione nella promozione degli spettacoli e forti ritardi nella campagna abbonamenti, lamentele che noi artisti e operatori reggini facciamo inascoltati da molto tempo, alle quali affianchiamo un forte sconcerto visto il basso livello della scelta artistica delle ultime due stagioni teatrali del Cilea.
Tali pecche, benché in tempi di crisi condivise con altre strutture italiane (anche il Teatro Vittorio Emanuele di Messina quest’anno partirà dopo il Cilea), sono a nostro avviso solo parzialmente imputabili a carenze di liquidità.
Da questo ad indicare l’attuale consulente per la prosa come il Salvatore del Teatro a Reggio Calabria ne corre non poco.
Nelle successive dichiarazioni, infatti, il signor Barbareschi si spinge molto avanti, auspicando con toni fin troppo accesi nei confronti del sindaco Scopelliti, un affidamento della “gestione completa” del Cilea alla Gitiesse di Geppy Gleijeses.
Ci chiediamo, a questo punto, quanto ancora questa Amministrazione della cosa pubblica voglia perseverare nel mantenere un gioiello quale il Cilea in una situazione di sottoprogrammazione, di scarsi risultati economici (vedi la campagna abbonamenti ogni anno in ribasso), di distanza dal territorio che questa gestione artistica non conosce e non può conoscere in quanto lontana da Reggio fisicamente e per interessi differenti; per non parlare delle lamentele di un pubblico che non si sente curato e invogliato a partecipare a quanto a tutt’oggi il Cilea offre.
Anche per chi in città da anni svolge attività teatrale sarebbe utile “vedere” di meglio, per confrontarsi e avere punti di riferimento alti e riconosciuti tali universalmente.
Ci sembra ora di alzare un po’ la voce noi artisti e operatori reggini, visto che spesso ci troviamo redarguiti da chi giunge in città per il tempo di qualche replica e poi del territorio poco s’interessa; senza conoscere i sacrifici e le difficoltà quotidiane di chi opera in questo settore a Reggio, ma anche l’ostinazione e la grande volontà di chi comunque lavora senza le certezze della copertura pubblica.
Chiediamo allora di essere realmente coinvolti nella progettualità culturale del Cilea e del territorio comunale; chiediamo formazione professionale per tecnici specializzati che in città mancano e fanno la differenza nel concepire una produzione di livello; chiediamo direzioni artistiche vere, affidate a personalità di livello culturale e professionale indiscusso, possibilmente non coinvolte in interessi produttivi, che sappiano confrontarsi e riconoscere le professionalità reggine; chiediamo spazi da utilizzare con rispetto e non contributi indifferenziati; chiediamo attenzione alle nostre proposte artistiche da parte di chi sappia realmente giudicarle alla luce di esperienze reali e contemporanee; chiediamo che organismi di comprovata professionalità operanti da anni in città nell’ambito dell’organizzazione di eventi teatrali siano considerati alla medesima stregua di “chi viene da fuori”, anzi, riconoscendo loro una maggiore esperienza nel territorio e una preziosa attività di coinvolgimento dello spettatore.
Crediamo sia ormai chiaro che le promesse di “aprire nuove opportunità lavorative ai professionisti del settore” fatte da chi in città mette saltuariamente piede non possano essere prese seriamente in considerazione. Le opportunità nascono da dentro un territorio e non elargite dall’alto.
Siamo pronti a dimostrarlo con i fatti.
Seguono le firme di otto esponenti del mondo teatrale reggino:
The Sparkling Diamonds
Polis Cultura
Experimenta
Enzo de’ Liguoro
SpazioTeatro
Compagnia Teatro di Reggio
Circolo Culturale Vivarium
Teatro Calabria