“Con quanti nomi posso chiamare la disgrazia? Sventura, disastro, piaga oppure rovina. Ma la mia disgrazia è tanto grande che una parola sola non basta a contenerla tutta”: a parlare è Antigone, l’eroina tragica per eccellenza di sofocliana memoria, nell’originale riscrittura che Ascanio Celestini porterà in scena l’1 settembre alle 21,30 al Catona Sport Village, nell’ambito della I edizione del Festival OltreMare.
“Le nozze di Antigone” è un’imperdibile rivisitazione della figura di Antigone con l’accompagnamento musicale di Gianluca Casadei. Nel suo testo, Celestini dà voce in reading a un’Antigone “moderna”, collocata in uno spazio temporale tra l’epoca fascista e il dopoguerra, oscillando tra ricordo e presente, tra mito e storia, tra realtà e immaginazione e ancora tra la mitologia classica e quella attuale. Edipo diventa un anziano partigiano, Laio un gerarca fascista. Entrambi simboli delle stragi fratricide che cavalcano e travalicano la narrazione mitologica per divenire memoria recente e terribilmente vera.
E Antigone è sempre la donna coraggiosa che intreccia i fili delle due storie, che poi sono la stessa storia di atrocità, oltre il tempo ed i millenni: quella di ogni guerra per mano dell’uomo.
Attore, regista, scrittore, sceneggiatore e musicista, Premio Ubu speciale “per la capacità di cantare attraverso la cronaca la storia di oggi come mito e viceversa”, Ascanio Celestini non ha bisogno di presentazioni. Considerato uno dei maggiori rappresentanti del teatro di narrazione, il suo cammino è caratterizzato da testi di sapore “pasoliniano”, tra cui Cicoria, In fondo al mondo, Pasolini (1998); Fabbrica (2002); Scemo di guerra. Roma, 4 giugno 1944 (2004); La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico (2005); Il razzismo è una brutta storia (2009); Un anarchico in corsia d’emergenza (con M.L. Gargiulo, 2015), Barzellette (2019) e I parassiti. Tre vite ai tempi del contagio (2021).
Autore della rubrica Viaggi della memoria su Repubblica, ha partecipato alla trasmissione Parla con me di Serena Dandini e ha pubblicato diversi libri, tra cui il romanzo di successo Lotta di classe (2009).
Nel 2007 ha debuttato al cinema nel film di Daniele Luchetti Mio fratello è figlio unico e ha girato il documentario Parole sante, incentrato sul tema del lavoro precario. Contemporaneamente è uscito il suo primo album di canzoni con lo stesso titolo.
Come regista ha diretto la pellicola La pecora nera nel 2010 (con Giorgio Tirabassi), sull’esperienza dei manicomi e sull’alienazione della società moderna, cui ha fatto seguito Viva la sposa nel 2015. Sempre a proposito di cinema, Celestini è protagonista del film Il mare nascosto, di Luca Calvetta, girato in Calabria e presentato con successo, nelle scorse settimane, in alcuni tra i più importanti festival cinematografici italiani.
Lo spettacolo del primo settembre, come si diceva, fa parte della programmazione del Festival OltreMare, progetto organizzato dalle associazioni Adexo APS e Officine Jonike delle Arti, due realtà artistiche e culturali del territorio, con alle spalle decenni di esperienza nel settore dello spettacolo dal vivo.
L’iniziativa, che vuole essere un innovativo evento multidisciplinare di musica, teatro e arti performative, è promossa dal Comune di Reggio Calabria nell’ambito del progetto “ReggioFest2024: cultura diffusa” e finanziata a valere sul Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo della Direzione generale spettacolo del ministero della Cultura.