Genialità, originalità di linguaggio e messinscena, tempi recitativi perfetti: ancora una volta Spiro Scimone e Francesco Sframeli danno vita ad un testo e ad uno spettacolo che si pone come un unicum nel panorama teatrale. “Amore”, Premio Ubu 2016 come miglior novità o progetto drammaturgico e come miglior allestimento scenico, è un viaggio nell’umanità, nell’essenza del vivere, raccontata – come sempre – non imitando altro, non rifacendosi a qualcosa di già detto, ma tessendo una trama drammaturgica assolutamente innovativa, così come la trasposizione scenica, per riflettere su qualcosa che travalica spazio e tempo, che prosegue oltre la morte e che deve essere vissuto liberamente, senza paure. Concetti che passano dal palcoscenico alla platea attraverso i toni surreali, le situazioni paradossali, i dialoghi reali ma irreali, i personaggi sopra le righe, il sorriso, la commedia che scaturisce dal grottesco e nel luogo più impensato, come un cimitero.
La scena, infatti, si snoda tra due tombe, attorno alle quali si aggirano due coppie: due anziani coniugi, che rievocano la loro giovinezza ed il loro amore, e due vigili del fuoco che non hanno mai potuto vivere apertamente la loro omosessualità. Paradossi, situazioni sceniche esilaranti, dialoghi fondati sulla reiterazione delle frasi, quella reiterazione che sottolinea e costruisce, fa crescere il ritmo e il racconto: il teatro di Scimone e Sframeli coinvolge in modo sempre inedito, portando lo spettatore ad entrare in un percorso surreale, per poi fargli comprendere il senso di qualcosa di profondamente reale. La vita di coppia, il passare del tempo, le sovrastrutture, i rimpianti, il coraggio e quell’amore che resiste, oltre le barriere, oltre le paure.
“Amore”, proposto a Reggio Calabria nell’ambito della rassegna “Yard Cantiere Creativo”, promossa da Scena Nuda, mostra ancora una volta quanto i due autori siciliani sappiano innovare, reinventando la scena, unendo sapienza di scrittura ad abilità registica, senza contare quella interpretativa. Accanto a loro, sul palco, altri due straordinari interpreti, come Giulia Weber e Gianluca Cesale, in un alternarsi di memorie e riflessioni, venate dal sorriso che maschera il dramma.