Musica raffinatissima, artisti di grande livello, un suono che dà vita ad atmosfere jazz di classe, sottolineate da scena e luci che contribuiscono a creare un momento magico, in un teatro “Cilea” stracolmo. Quello di Paolo Conte a Reggio Calabria è stato più di un concerto: un appuntamento da ricordare, un momento musicale unico, con un artista che ancora una volta ha mostrato con sapienza e maestria la sua arte, su un palcoscenico che lo accoglieva per la prima volta.
Pagine di musica che coinvolgono, nuovi arrangiamenti che non spiazzano, ma piacevolmente stupiscono, improvvisazioni che danno modo ai componenti del gruppo che accompagna Conte di esprimersi nella loro eccezionale poliedricità e nei loro virtuosismi.
Grandi classici (o recenti ma già diventati tali, come quello che apre il concerto, “Cuanta pasion”) si susseguono, senza soluzione di continuità, a brani del suo ultimo cd, a evergreen piacevolmente rivisitati, come “Bartali”, a ritmi che sono ormai entrati nella nostra memoria, quasi come colonne sonore di generazioni (vedi “Via con me”). Un’icona schiva, che però al pianoforte, o solo con quella sua voce roca e particolarissima nella sua unicità, ricrea una musica che basta di per sè, al di là di parole o sottolineature ulteriori: i fans del cantautore lo sanno e si lasciano avvolgere dalle note, dalle parole costruite e accostate superando schemi e ovvietà, e che fanno di Paolo Conte, così come del suo magico concerto reggino, un unicum.