Presentato ieri mattina, presso la Pinacoteca Civica, l’ultimo appuntamento del Festival Internazionale di cori e orchestre “PRIMAvera Mediterranea”, promosso dall’Associazione Freetogether Onlus e cofinanziato dalla Regione Calabria (PAC 2014-2020, annualità 2018, misura 3.1). Si tratta dell’opera “Stabat Mater” di Karl Jenkins: mercoledì 17 aprile, alle ore 20:30, presso il Teatro “Cilea” di Reggio Calabria, sarà proposta dall’Orchestra Sinfonica “FreeTogether”, diretta da Bruno Tirotta, con i cori FreeTogether, diretto da Marialuisa Fiore, San Paolo diretto da Carmen Cantarella, Mater Decor Carmeli diretto da Tito Paviglianiti. Soliste Alessia Giardini, contralto, e Jessica grande, voce etnica.
Nel corso della conferenza stampa – che ha visto gli interventi del Direttore Artistico del Festival, Marialuisa Fiore, del Direttore dell’Orchestra Sinfonica “FreeTogether”, Bruno Tirotta e del Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, Nicola Irto – è stato sottolineato come lo “Stabat Mater” di Jenkins sia “una composizione sublime, commovente, emozionante, che verrà eseguita a cori uniti da più di 100 coristi e da un’orchestra di 50 elementi; la novità consiste nella rappresentazione che avverrà in forma scenica, lasciando però la parte di protagonista assoluta alla musica.
Quest’opera ha la caratteristica moderna di fondere la musica tradizionale occidentale (orchestra e coro) con suggestioni mediorientali regalate da strumenti e voce etnici.
Tradizionalmente gli “Stabat Mater” si concentrano sulla sofferenza della Madonna al momento della crocifissione di Gesù, ma a differenza della maggior parte degli adattamenti del testo, Jenkins usa anche lingue diverse dal latino, inserendo le lingue principali dell’epoca e persino l’inglese per rendere la comprensione internazionale e poter “parlare” ad ogni cuore. Il lavoro di Jenkins si estende su dodici movimenti, sei dei quali usano testi diversi dal poema originale, come ad esempio il brano “And the Mother did weep” che presenta una fraseggio cantato simultaneamente in inglese, latino, greco, aramaico ed ebraico; oppure “Lament”, una poesia della moglie di Jenkins, Carol Barratt e “Incantation”, che è in parte cantato in arabo antico tradotto in inglese e aramaico” .