Non una serata tipica da stand-up comedian, stile Zelig insomma, accompagnata dalla musica del pianoforte per le imitazioni dei cantanti più famosi, bensì un vero e proprio spettacolo, in cui si concatenano sketch, imitazioni, parodie, canzoni, racconti di una carriera. Quella di Checco Zalone, al secolo Luca Medici, (nella foto, con il premio “Fatti di musica 2011”, consegnato dal promoter Ruggero Pegna), autentico vortice di battute, che coinvolge e diverte il pubblico del PalaCalafiore di Reggio, accorso ad applaudirlo per l’unica tappa calabrese del suo “Resto umile world tour”.
Torna ad esibirsi live, dunque, il dominatore del box office degli ultimi anni: e mostra – oltre al suo talento, alla sua capacità di far ridere, ma pure alle sue doti di musicista che non si ricordano quanto si dovrebbe – potenzialità artistiche ancora maggiori di quelle dimostrate finora, dando prova di saper costruire uno show, alternare i ritmi, tenere con maestria il palcoscenico. E quanto alle sue battute, diciamo così, irrefrenabili, è chiaro come Zalone giochi su questo aspetto del suo personaggio, come sappia costruire attorno ad esso una voluta contrapposizione tra alto e basso, tra “sobrio” e “volgare” (scherza infatti spesso su questa parola) , su cui poi incentrare battute, critiche alle apparenze, creando una sorta di circuito (o di corto-circuito) tra personaggio, fan e prese in giro.
Uno show, dicevamo: con tanto di band, ballerine, mega palco su più livelli, maxi-schermo e video proiezioni ai lati del palcoscenico che contribuiscono a dare dinamicità allo spettacolo.
Il tutto supportato dalla verve del protagonista, che si divide tra nuovi personaggi e vecchi cavalli di battaglia: e allora, eccolo entrare in scena nei panni di un Nichi Vendola “santificato”, o riproporre la nuova versione di uno dei primi personaggi “rivisitati” da Zalone, il conterraneo Cassano. E poi le canzoni, quelle dei nuovi idoli messi alla berlina, o quelle nate dalla sua fantasia, una delle quali vede scendere in campo (ovvero in video) Al Bano, a dargli man forte e addirittura a cantare rime inimmaginabili per l’artista di Cellino San Marco.
Alla fine, spazio alle performances che hanno fatto il successo di Checco Zalone: e, quindi, alle imitazioni di Carmen Consoli, di Tiziano Ferro, fino a quella, esilarante, di Giuliano dei Negramaro.
Il pubblico è definitivamente coinvolto, trascinato, canta con lui, fino alla chiusura: che non poteva che essere riservata ad “Angela”, il tormentone del suo primo film. In attesa di vederlo al cinema con la sua nuova pellicola.