Musica etnica, quella che parte dalla riscoperta delle radici (calabresi ma anche di tutta l’area del Mediterraneo), per confrontarsi con l’oggi, unendo esperienze musicali diverse, esperienze artistiche differenti, spaziando tra generi diversi, in quella che viene definita come contaminazione: il gruppo reggino Koralira si muove su questa strada, si pone questo obiettivo, quello di una musica che sia ricerca e sintesi.
E lo fa con il primo cd, “Apribattenti”, che già dal titolo può fornire visioni-significati differenti ma appunto sintetizzati in una parola: aprire i battenti, lasciare libera la creatività, aprire questa creatività al nuovo; e battenti nel senso – rifacendosi al dialetto – della chitarra battente, protagonista del racconto proposto dal gruppo nel cd; dunque recupero di radici, di storie, di tradizioni, rilette, appunto, attraverso l’oggi.
Ed anche il nome Koralira si pone come sintesi di differenti aspetti, di due strumenti tradizionali. Una sintesi che si riscontra anche nel progetto musicale, evidenziando la ricerca, la tensione verso qualcosa di nuovo, spaziando tra esperienze che uniscono antico e moderno, mito e umano, incontro tra l’altro riscontrabile nella colonna sonora di uno dei più noti spettacoli di Spazioteatro, “La nuova colonia”, e che fa parte del cd, insieme ad altri 10 brani.
Insomma, un racconto musicale che parte dalla tradizione, che intende scrutare tutti gli apporti che hanno contribuito a creare la tradizione calabrese stessa, quindi, come si diceva, con uno sguardo più ampio che attraversa tutto il Mediterraneo; ma per poi arrivare agli apporti della contemporaneità, che nascono anche dalle diverse esperienze musicali di ognuno dei componenti del gruppo (Domenica R. Buda, composizioni, arrangiamenti, voce; Francesco Speziale, composizioni, arrangiamenti, chitarra classica, flamenco, acustica, battente, charango, cori; Pietro Mesiano, chitarra elettrica, acustica; Giovanni Squillacioti, percussioni; Marco Pinto, basso; Tonino Palamara, batteria) .