Il sud visto attraverso un racconto che è anche quello di un uomo, oltre che di un territorio; un racconto di un momento storico ricco di avvenimenti, tensioni e grandi mutamenti. Un periodo fertile, quello raccontato da Achille Concerto, nel suo volume “Un re d’autunno – Gioacchino Murat”, Leonida edizioni, presentato al Chiostro di San Giorgio di Reggio Calabria, su iniziativa dell’associazione Anassilaos, insieme al Kiwanis Club “Città dello Stretto” e alla Fidapa (relatrice la dottoressa Daniela Scuncia). Un volume in cui storia e analisi umana si incontrano, dando vita ad un testo che è più di un romanzo storico, e che, proprio per questa sua visione così particolare ed avvincente, si presta ad una riduzione per il piccolo (o grande) schermo. Infatti, si sta lavorando proprio a questa ipotesi.
Un libro, dunque, che, attraverso la storia, indaga su percorsi umani, ma anche su quelli di un territorio che ha visto spinte verso grandi mutamenti, che è stato anche, in passato, terreno fertile per questi mutamenti. E, quindi, è un modo, come sempre accade quando si parla della storia, di guardare al passato per analizzare il presente.
Il tutto, attraverso uno stile originale: uno stile che consente al lettore di entrare all’interno di un mondo, di un periodo, ma soprattutto dentro un personaggio e dentro l’anima di coloro che in quel periodo sono vissuti.
Un lungo decennio – secondo la definizione di Lia Domenica Baldissarro – quello che visse il Regno di Napoli, durante il periodo della dominazione francese, prima sotto Giuseppe e poi sotto Gioacchino Murat. Un periodo, come si diceva e come sottolinea Daniela Scuncia, denso “di riforme e profondi mutamenti nel tessuto sociale con l’abolizione dei diritti dei feudatari e l’istituzione dei tribunali, la realizzazione di un nuovo codice Civile e Penale, il decentramento amministrativo del regno, l’istituzione del divorzio, la riforma dell’Università, la creazione di quella che poi sarà la Facoltà di Ingegneria, il potenziamento delle infrastrutture…”
Una serie di azioni di rinnovamento che, evidenzia ancora la relatrice, “costituiscono la vera e propria metamorfosi del Regno di Napoli in uno stato moderno, con la trasformazione di tutti quegli organismi politici ed economici che risultavano anacronistici”.
Il periodo preso in esame dal volume di Concerto è quello tra il 1796 ed il 1815: Murat, nell’opera dello scrittore, si racconta. E’ il racconto dell’uomo, ma anche quello delle emozioni vissute da quegli uomini che in quel periodo cercavano di realizzare il proprio sogno.
Dunque, il racconto degli uomini: ancora una volta, lo scrittore e psichiatra Concerto (già autore di numerose altre pubblicazioni di successo, tra cui “Il verme della mela”) si sofferma sull’umanità e sull’analisi dell’interiorità dei personaggi, per comprenderne le azioni. Si tratteggia così la personalità di Murat, come in flusso di coscienza, di pensieri: “un uomo passionale, coerente, con un grande ambizioso sogno”. E proprio nel libro, Concerto sottolinea un aspetto, ovvero quello che ne fa “il primo sostenitore dell’Unità” d’Italia.
Un percorso storico e umano, dunque, originale e supportato da numerose rappresentazioni grafiche dell’epoca. Uno sguardo importante su un mondo; un testo che, si spera, possa presto diventare anche un racconto per immagini, in cui il nostro territorio calabrese torni ad essere protagonista.