“STATALE 106” – Uscito già da un po’ ma davvero meritevole di essere letto questo volume di Antonio Talia, giornalista reggino, ancora giovane ma dal vasto curriculum. È infatti tra gli autori di alcune trasmissioni di Radio24, ma è stato per anni corrispondente da Pechino, si è occupato di riciclaggio di denaro sporco tra Italia e Cina e operazioni illecite ad Hong Kong, tra le altre cose. In questo ottimo libro, Talia è tornato “a casa” per raccontarci in “Statale 106-viaggio sulle strade segrete della ‘ndrangheta” (edizioni Minimum fax) la vita malavitosa che si nasconde nella nostra ben nota strada che collega Reggio Calabria alla Locride, e nei paesi che essa attraversa. Poco più di 100 km di strada a doppio senso con il mar Jonio da un lato e le pendici dell’Aspromonte dall’altro ma che nascondono la vita di un’organizzazione mondiale. Con uno stile giornalistico a metà tra diario di viaggio e romanzo, che appassiona già dalle prime pagine, il libro racconta le connessioni della ‘ndrangheta e delle sue ‘ndrine non solo con le città del Nord Italia come Milano, ma anche con l’estero, dalla Germania a Hong Kong, dal Canada agli Stati Uniti, fino ad arrivare persino in Australia. Una vastissima ragnatela che negli ultimi quarant’anni ha allargato la sua trama in tutto il mondo e che Talia racconta con dovizia di particolari, tutti comprovati da intercettazioni telefoniche, rapporti delle polizie locali e atti di processi. Un lavoro enorme di ricerca per raccontare le famiglie dai cognomi purtroppo ben noti dalle nostre parti, e alla fine un po’ anche la storia della nostra amata Calabria, toccando in modo approfondito argomenti tristemente noti alla cronaca, dall’omicidio dell’allora amministratore delegato delle Ferrovie Ligato al riciclaggio di denaro sporco a Hong Kong, dall’omicidio del giudice Scopelliti alla più recente strage di Duisburg o al famigerato “caso Fallara”, solo per citarne alcuni. Un lavoro di ricerca approfondito e mastodontico per un libro che è un reportage grintoso e arrabbiato ma appassiona come un romanzo e che, purtroppo, riguarda la storia di tutti noi.
Francesco Arcudi