E’ un libro che “esplode”, dirompe: esplode di parole, che si incontrano, scontrano, si specchiano, costruiscono e decostruiscono immaginari; esplode di suoni, perchè quelle parole sono suoni, sono una lettura che è musicale, sono frasi che possono vivere nell’espressione, che sia declamata o cantata. Esplodono quei concetti che sembrano uscire da una contrapposizione di parole, una concatenazione di pensieri, un sottile gioco in cui le assonanze creano dei sentieri, dei percorsi o dei cortocircuiti. Ernesto Orrico poeta è tutt’uno con Ernesto Orrico musicista, ed anche Ernesto Orrico attore: tre anime che danno vita ad una poesia che è complessiva, che si riflette in un’arte poliedrica e fortemente collegata. Come lo è “Nel sud del sud del suono” (la sua raccolta di poesie recentemente pubblicata da Edizioni Undergound) al progetto Talknoise, in cui, appunto, la parola ed i suoni, il senso di una frase letta o cantata e il senso di un suono che sale da una parola, da un verso, da una ciclicità di concetti, senza soluzione di continuità, si susseguono e connettono.
Orrico esplora il contemporaneo, la quotidianità così come l’universale, cogliendo spunti dalla realtà e facendone metafora, e viceversa, accostando il sogno al reale. La reiterazione, l’assonanza, il capovolgimento di senso: strumenti che l’autore utilizza per fotografare i contrasti dell’oggi, che dal singolo sembrano deflagrare, per poi ritornare all’osservazione della verità, dell’essenza, sfiorando risposte o solo ponendo dubbi. La fotografia è quella dell’umano, a contatto con una modernità fagocitante, che appunto esplode nella poesia, il “nonsenso” del contemporaneo cui la parola tenta di dare una direzione, perdendosi anche, perchè è poi questo il bello della parola: costruire, decostruire, perdersi e ritornare. Come nell’osservazione della propria terra, nelle poesie dedicate alla Calabria nella sezione “Calabrian cut”, così nello sguardo più generale sul mondo. .
Una poesia musicale, dicevamo, con didascalie che si rifanno a brani, con un flusso di parole che riporta ad un ritmo, ad una metrica moderna: non a caso il libro diventa performance nelle presentazioni – come quella delle scorse settimane a Reggio Calabria, nell’ambito della rassegna “Esergo”, promossa da SpazioTeatro in parallelo alla stagione teatrale “La casa dei racconti” – della raccolta poetica che diventano un vero e proprio spettacolo, in cui la parola diviene tutt’uno con la musica, rivelandosi così nella sua essenza musicale e nella sua pienezza.