Altro relatore prestigioso del convegno sulla letteratura promosso da Pietre di Scarto è stato Alessandro Zaccuri (il secondo da destra, nella foto, accanto a Cecilia Pandolfi e Saverio Pazzano, alla sua destra, e Davide Rondoni, alla sua sinistra), giornalista di Avvenire, ideatore e conduttore del programma “Il grande talk”, su Sat 2000.
Anche a Zaccuri abbiamo posto la domanda sull’importanza di avere punti di riferimento letterari e di vita.
“I riferimenti ce li abbiamo tutti, e quindi accorgersene, anche ad una certa età della propria vita, riconoscerli, è fondamentale. Pensare di essere gli inventori di se stessi, i padri di se stessi è proprio un’illusione. Quindi bisogna riconoscere questa cosa, chi pensa di non averne è perché in realtà è influenzato da tutto e da tutti. La letteratura è importante. A me è capitato così, io ho sempre letto molte cose, anche molto diverse fra di loro, quando poi ho iniziato a scrivere mi sono accorto che alcune cose, non tanto negli argomenti, neppure nella forma, ma nel tentativo, nell’obiettivo che mi davo quando scrivevo, mi richiamava qualcosa che avevo letto. Quindi, credo che almeno in letteratura il vero ruolo dei maestri sia quello di dare un obiettivo, non tanto di dare un manuale da seguire. Poi, certo, uno può rifare Simenon, può rifare Dickens, può rifare quello che vuole, però non credo che sia quello l’obiettivo, formale, ma che sia proprio un obiettivo di scopo, cioè capire dove voglio arrivare e accorgersi che alla fine vuoi arrivare nel posto in cui ti hanno portato i grandi autori che hai letto. Per me è stato così”.
Quali sono i punti di riferimento letterari dei giovani, oggi?
“I giovani hanno tanti punti di riferimento, sono più sorprendenti e complessi come generazione di quello che si pensi. Tanti dei ragazzi che oggi leggono credo che abbiano iniziato a leggere con Harry Potter, che è un piccolo modello che qualcosa porterà.
Credo che il problema maggiore dei lettori giovani oggi, e dei lettori in generale, sia questo: è sempre esistita una letteratura di intrattenimento, riconosciuta serenamente come tale. Oggi questa letteratura di intrattenimento molte volte viene considerata come letteratura, semplicemente. E questo crea un po’ di difficoltà”.
A moderare i lavori del convegno, legando abilmente tra loro, con sintesi ed acume, i vari interventi, è stata Cecilia Pandolfi, autrice di programmi per Rai e La7. Anche a lei abbiamo posto la domanda sui punti di riferimento letterari, e di vita.
“Sono sicuramente importanti ed è giusta la domanda che cita i riferimenti letterari e di vita. Una riflessione che faccio ultimamente è che si dimentica un po’ l’importanza dei maestri. C’è una tendenza, non solo nei giovani, ad un certo punto, di sentirsi pienamente autonomi nello sguardo sul mondo. Invece, a volte, c’è qualcuno prima di te, che ha già fatto un percorso e che ti può insegnare qualcosa. Quindi, come questo accade nella vita, così accade nella letteratura.
E in letteratura, sembrava un interrogativo difficile quello di porre un canone comune, eppure questo convegno ha cercato di dare, però, non quei criteri che potessero indicare quegli autori che tutti per forza devono avere come riferimento, perchè da tutti ritenuti grandi, e quindi essere loro canone, ma capire quali sono quelle chiavi di lettura sulla vita, che rendono un autore canone, riferimento per tutti”.