
Un viaggio reale che diventa percorso di crescita; un viaggio personale che incrocia quello dell’Italia e, soprattutto, quello di due statue, i Bronzi di Riace, nel loro cammino verso Reggio Calabria, evento tanto sognato e atteso come “volàno di sviluppo”: è il 1981 e attorno a quei mesi, a quegli eventi comuni a tanti – sia nella Storia con la S maiuscola, che in quella del protagonista, che narra l’estate dei suoi 15 anni -, Gaetano Tramontana costruisce (con la collaborazione artistica di Anna Calarco e la partecipazione di Alessio Laganà) il suo spettacolo, “Venuti dal mare”. L’ultima produzione di SpazioTeatro – proposta al Castello Aragonese di Reggio, tra gli eventi speciali del “Balenando in burrasca Reading Festival” – si serve, dunque, del viaggio come metafora di un percorso interiore del singolo, dell’adolescente che affronta il mondo, e di un percorso storico, di auspicata crescita per una città in cerca di un recupero di identità.

Viaggio: è la parola chiave di una drammaturgia che trasporta lo spettatore in quei racconti in cui si ritrova, come in un percorso, appunto, a ritroso nel tempo. La parola, narrata, scandita, quando occorre sottolinearla, attraverso un microfono vintage; e la musica, con il suo potere evocativo, proposta in scena da Alessio Laganà, da una consolle dalla quale arrivano gli echi di quei “favolosi” ’80, tra il cantautorato e il pop, tra le melodie contemporanee di Christopher Cross e le note di Bob Marley: un incontro potente e sapiente, con il ritmo delle parole che viene cullato, sferzato, animato da quello della musica e sottolineato dai movimenti, dagli accenni di danza come specchio di libertà. E poi oggetti come il cubo di Rubik o l’iconico zaino, che riportano a quegli anni, ricchi di promesse e creatività: tutti elementi con i quali il protagonista ci conduce nell’Italia che scopre i Bronzi, ma anche in quella che segue eventi storici, drammatici.
Storie: come quelle che vive e ricorda la generazione nata in quel periodo.

Storie, come quelle che i due Guerrieri portano con loro, nel loro mistero, ma anche con il loro fascino. Storie che rivivono attraverso il linguaggio teatrale: quello usato da Tramontana in una narrazione che aggancia lo spettatore, senza cali di tensione, tratteggiando “la” Storia, tra speranze e memoria.