Un percorso musicale che non è incasellabile in un genere, che rifugge le etichette: e quando l’arte non si può inserire entro confini precisi, ma riesce a superarli, a far dialogare diverse forme espressive, riuscendo nell’intento di coinvolgere, colpire la mente e non lasciare indifferenti, allora si può parlare di arte originale, unica, come la vera arte dovrebbe essere. E le nove tracce che compongono Talknoise rappresentano proprio questo: storie musicali che esplicitamente – come evidenziano le note che accompagnano questo album – non vogliono essere inglobate in una definizione, riuscendo con abilità ad unire la ricerca musicale al teatro, un viaggio tra suoni, improvvisazioni, dissonanze, tra jazz, punk e tanto altro ancora, e l’espressione, il racconto che si esplica attraverso un insieme di spunti, parole, frasi, ricordi, sogni, pensieri, immagini. A costruire questo originalissimo viaggio sono due tra gli artisti calabresi più innovativi: Ernesto Orrico, attore, drammaturgo e regista, con all’attivo progetti importanti tra teatro e musica, nonchè esperienze come cantante in gruppi grunge, punk e metal; e Massimo Garritano, musicista e compositore tra i più interessanti. Insieme hanno già dato vita allo spettacolo di e con Orrico, “La mia idea – Memoria di Joe Zangara”, in cui l’aspetto musicale non è secondario, non è accompagnamento, ma elemento fondamentale nella narrazione. Musica e parole che si uniscono alla perfezione. Proprio come in Talknoise, on line sulle più importanti piattaforme web dallo scorso 21 settembre, prodotto da Manitù records e Zahir.
Brani che indagano, scuotono, riflettono stati d’animo, mostrano l’attualità e si interrogano sul passato (come in “Quasi”), in cui la musica sostiene le parole, in un incontro-scontro che non lascia indifferenti: il surreale si mescola al ricordo, la realtà alla memoria (come in “PPP”, ovvero un brano su Pier Paolo Pasolini, in cui la chitarra di Garritano sottolinea quel dolore rabbioso della perdita, evidenziato dai versi di Ernesto Orrico, o come in “Dziga”, chiaro riferimento a Dziga Vertov, autore di uno dei film sperimentali più belli e innovativi della storia del cinema, “L’uomo con la macchina da presa”, ma che è un parallelo tra passato e presente, tra mondi lontani e quelli più vicini a noi), dove la critica sociale emerge con forza, dove il paradosso serve a rompere schemi o dove l’ironia tagliente induce alla riflessione (ad esempio, ne “La sfortuna di avere un’opinione su tutto”, ma sopratutto in “Cosa sono diventato”, riflesso dell’umanità odierna).
Un percorso unico, originale e incisivo, in cui Orrico mostra la forza dell’autore e dell’attore nell’evidenziare questa narrazione musicale, e Garritano ancora una volta stupisce con la propria creatività artistica.
Un percorso che, dopo una anteprima la scorsa estate al Parco Ecolandia di Reggio Calabria, sarà presentato, in forma di performance breve, il prossimo 7 ottobre, a Belmonte Calabro, nell’ambito di Rifugi d’aria_Border.
A questo link è possibile ascoltare e/o scaricare l’album:
https://open.spotify.com/album/4KJlKmrdgkkGKTIntyhygg