
Approda in teatro la storia creata da Marc Norman e Tom Stoppard per un film diventato quasi un classico, sebbene sia relativamente recente (uscì nelle sale esattamente vent’anni fa): “Shakespeare in love”, vincitore di sette Oscar, è ormai entrato nell’immaginario collettivo, come trasposizione scenica dell’amore romantico, consacrato da “Romeo e Giulietta” (anche se l’opera, naturalmente, rappresenta molto più di questo), ma anche di tanti temi, come il desiderio di indipendenza delle donne, le differenze sociali e soprattutto il teatro; una trasposizione venata di ironia e dotata di un ritmo travolgente. Gli stessi elementi oggi portati in scena da Giampiero Solari, regista dell’opera teatrale che, concludendo il progetto Catonateatro, ha fatto da prologo alla nuova stagione de “Le maschere e i volti”, la rassegna che la Polis Cultura organizza al Teatro Cilea.

Solari, forte della sua esperienza, sa come costruire uno spettacolo che coinvolga gli spettatori: e così riesce ad utilizzare le scene (con una pedana circolare centrale che ruota, creando cambi di ambientazioni e movimento, e ai lati le strutture che rimandano al Globe Theatre, che di volta in volta possono diventare il celebre balcone o altri spazi), gli sfondi con le proiezioni (pur se non sempre indispensabili), i movimenti scenici, il testo (tradotto dall’originale inglese da Edoardo Erba), per creare un ritmo che è parte fondamentale dello spettacolo teatrale, così come lo era del film. Del quale riprende in gran parte la struttura e le scene, riportando sul palco la storia del giovane Will Shakespeare, alla ricerca di ispirazione per una nuova commedia, e del suo incontro con la bella e ricca Viola, il cui desiderio è quello di fare l’attrice, in un periodo storico in cui alle donne era proibito recitare. Viola si travestirà da uomo per esaudire il suo sogno, incontrando proprio il suo “mito” letterario, ovvero Will. Ma lo incontrerà anche nei veri panni di Viola e per Shakespeare sarà un colpo di fulmine. Una storia d’amore travagliata, poichè la ragazza è già promessa ad un nobile: e la vicenda sarà lo spunto per il giovane autore per finire la sua opera, “Romeo e Giulietta”, ma diverrà ispirazione anche per il suo lavoro successivo.

Tanti rimandi al mondo teatrale, che è centrale nel film, come nella versione andata in scena al Cilea: ma c’è anche spazio per la storia d’amore, per la creatività, per gli altri spunti che la trama fornisce. L’ironia e la comicità, il tratto brioso, dallo schermo si spostano al palcoscenico e sostengono il ritmo. Così come gli attori: da Lucia Lavia, dolce e volitiva Viola, a Marco De Gaudio, che dà vita con grande versatilità e presenza scenica al giovane Shakespeare, agli altri interpreti del nutrito cast. Una grande produzione, per uno spettacolo che si propone di raccontare il teatro attraverso una storia che unisce il classico allo stile narrativo fluido della modernità, conquistando il pubblico.