SpazioTeatro festeggia 20 anni: la compagnia guidata da Gaetano Tramontana è nata, infatti, nel novembre del 1999 e da allora è diventata, con le sue produzioni, le stagioni, le iniziative, la sede di Via San Paolo, un punto di riferimento per chi ama il teatro e, più in generale, la cultura. Un punto di riferimento per la città, per tutta la Calabria (e non solo), ospitando compagnie e spettacoli tra i più importanti del teatro contemporaneo italiano e dando, così, la possibilità a Reggio di crescere dal punto di vista della conoscenza teatrale e culturale. Un luogo di incontro, di confronto, di scoperta, di creatività.
E la stagione – denominata da qualche anno “La casa dei racconti” – con cui si celebra il ventennale si inserisce proprio nel solco di questa intensa attività: si inizia sabato 7 dicembre, ore 21 (con replica domenica 8, alle ore 18,30), con il testo di Ulderico Pesce, anche regista di “Evviva Maria”, portato in scena da Lara Chiellino.
E poi, sabato 14 e domenica 15 dicembre, un grande ritorno a SpazioTeatro: uno dei più importanti, talentuosi e apprezzati artisti italiani, Saverio La Ruina, presenterà “Masculu e fiammina”, un intenso monologo, che propone ancora una volta la sensibilità dell’autore e quella dell’interprete.
Il 2020 de “La casa dei racconti” si apre, il 18 e il 19 gennaio, con “Il muro”, di e con Turi Zinna. A febbraio (l’1 e il 2), altro grande ritorno di un amico di SpazioTeatro, Stefano Angelucci Marino, che proporrà “Hermanos”, da lui scritto insieme a Giuliano Bonanni e portato in scena dagli autori insieme a Chiara Donada e Rossella Gesini.
Altro importante appuntamento, quello del 22 e 23 febbraio, con la prima di un nuovo spettacolo firmato Zahir Cosenza, con Ernesto Orrico e le musiche dal vivo di Massimo Garritano: parliamo de “La fuga di Pitagora”, scritto da Marcello Walter Bruno.
La stagione si chiuderà, quindi, il 7 e 8 marzo con “In testa alle classifiche”, di e con Carlo Mercadante.
“Cosa è cambiato nel nostro fare in venti anni? Veramente non lo so – dichiara Gaetano Tramontana – siamo un po’ più consapevoli dei nostri mezzi, più lucidi sulle aspettative, più organici nel relazionarci professionalmente all’interno del gruppo, e questo ci aiuta a condividere in maniera piena gli obiettivi e i rischi che un lavoro indipendente come il nostro comporta. Già: lavoro, nel bene e nel male: professione e passione, fortuna e sacrificio. Quello che non cambia è il calore e l’entusiasmo che viviamo al chiuso della nostra Sala, dove i pensieri diventano gesti, i progetti si concretizzano e piccoli e grandi gattonano insieme“.