Torna a Reggio il miglior attore italiano (vincitore del premio Ubu 2012 nella categoria, ma chi lo ha visto recitare lo considera tale da sempre….e questo, comunque, è il secondo premio che conquista come migliore attore!!!): Saverio La Ruina affascina ancora una volta la platea, con la sua straordinaria interpretazione in “Italianesi”. E così, a tre anni di distanza dalla performance de “La Borto” proposta a SpazioTeatro, l’attore torna a calcare un palcoscenico reggino, in questo caso quello del Teatro Zanotti Bianco, nell’ambito della stagione promossa da Scena Nuda, con il suo ultimo spettacolo. Quello che gli ha fatto conquistare le platee italiane, e non solo; quello che gli ha fatto ricevere – anche in questa occasione – il plauso unanime della critica; e soprattutto quello che gli ha fatto ricevere i consensi di un pubblico che ogni volta scopre e riscopre la sua forza attoriale – e drammaturgica, naturalmente – , la sua capacità di coinvolgere attraverso un racconto che passa dalla parola e dalla fisicità, da quel calarsi nell’interpretazione, da quel suo costruire un percorso all’interno della storia (che è quella di un paese, di un momento storico, vista con gli occhi della storia di un singolo). E ancora una volta sorprende il pubblico, colpisce, emoziona. “Italianesi” è l’ulteriore conferma della grandezza di un attore che, attorno alla sua capacità artistica – e a quella di Dario De Luca, fondatore con lui della straordinaria esperienza di Scena Verticale e del festival Primavera dei Teatri di Castrovillari – è riuscito a costruire una realtà culturale che parte dal sud per conquistare il mondo teatrale italiano.
Ma quello che sorprende sempre è anche il rapporto con il pubblico che La Ruina riesce a creare, oltre lo spettacolo: incontrando gli spettatori, fermandosi a rispondere alle loro domande. Come quando, con la semplicità che lo contraddistingue, spiega come nasce la sua poetica, le sue opere. Quando afferma che la parola scritta deve funzionare, deve diventare gesto, deve fare muovere il corpo: perché la parola non deve essere letta, ma deve essere detta. La semplicità per spiegare la grandezza.
A questo link la recensione dello spettacolo pubblicata lo scorso anno su Culturalife:
http://www.culturalife.it/italianesi-racconto-poetico-e-grande-prova-di-la-ruina/