Presentato, nel corso di una conferenza stampa, il programma della sessantaseiesima edizione del Ravello Festival: ventisei appuntamenti in cartellone dal 30 giugno al 25 agosto per un programma artistico che offre al pubblico il meglio della scena mondiale. Grandi orchestre internazionali e acclamati direttori, nomi storici e autori di ricerca del jazz, compagnie ammiraglie di balletto, coreografi contemporanei e icone intramontabili della danza, contaminazione tra generi diversi, pagine inedite e produzioni speciali.
Firmano il programma Alessio Vlad (musica), Maria Pia De Vito (jazz), Laura Valente (danza, tendenze, formazione, mostre e nuovi linguaggi) al terzo anno della loro direzione artistica.
Posto d’onore al nume tutelare del festival, Richard Wagner, cui sono dedicati il concerto d’inaugurazione (30 giugno) affidato a uno dei più grandi maestri del nostro tempo, Esa Pekka Salonen che dirigerà la Philharmonia Orchestra di Londra e quello di chiusura con la Deutsche Oper di Berlino e Donald Runnicles che da anni ne è il direttore principale. Un ritorno, quello del maestro di Helsinki, che vuole avere il senso di una acquisizione di un legame, con un programma pensato apposta per Ravello. L’anno scorso Salonen incantò il pubblico con una esibizione in cui il virtuosismo e l’energia seppero nutrirsi della forza d’impatto di un paesaggio che egli stesso annotò nel suo taccuino di viaggio digitale, cui si affianca la presenza, per la prima volta a Ravello, di Runnicles che, a capo di uno dei più importanti Teatri tedeschi, a Wagner ha dedicato gran parte di una prestigiosa carriera.
Il cartellone musicale è, poi, costellato di concerti di assoluto pregio sia per la qualità degli interpreti che per i programmi scelti: imperdibile il ritorno quattordici anni dopo sul Belvedere di Villa Rufolo di Valery Gergiev alla guida della sua Mariinsky Orchestra (21 agosto); altro ritorno quello di Alexander Lonquich stavolta sul podio dei giovani talenti dell’Orchestra Nazionale dei Conservatori italiani (25 luglio). E ancora, l’Orchestre Philharmonique de Radio France diretta da Myung-Whun Chung, senza dubbio uno dei più famosi direttori d’orchestra di oggi (14 luglio); sempre dalla Francia arriverà a Ravello Jérémie Rhorer con la sua creatura prediletta, Le Cercle de l’Harmonie (22 luglio). Doppio appuntamento, invece (18 e 19 agosto), per la Budapest Festival Orchestra e per la bacchetta di Ivan Fischer, fondatore nel 1993 dell’ensemble, che a distanza di 25 anni, può essere annoverato tra le migliori orchestre del mondo.
All’Orchestra Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi”, infine, sarà dato, per il terzo anno di fila, il delicato compito di riempire di note ed emozioni il tradizionale Concerto all’Alba (11 agosto), quest’anno consegnato nelle mani del giovane e talentuoso direttore americano Ryan McAdams.
Da segnalare il ritorno dei Concerti di Mezzanotte i cui protagonisti saranno il pianoforte e prestigiosi pianisti: Andrea Lucchesini, Sun Hee You, Varvara, Bertrand Chamayou e Federico Colli rispettivamente il 5, 9, 13, 16 e 23 agosto.
La proposta artistica della sezione jazz (Roots and wings) offre un programma dedicato alle voci, quest’anno in prevalenza maschili, con progetti ad hoc per Ravello.
Il primo appuntamento sarà con Ivan Lins (10 luglio), vera e propria icona della musica popular brasileira, e il raffinato progetto basato sulla rilettura di brani del suo repertorio, ripensato in chiave jazzistica, insieme al gruppo italiano InventaRio, con cui ha da tempo una assidua collaborazione.
Il viaggio proseguirà con Tigran Hamasyan (15 luglio), pianista armeno che giovanissimo ha scalato le hit parade mescolando jazz americano, musica tradizionale armena e rock progressivo. Hamasyan presenterà in esclusiva italiana il suo concerto in piano solo: “An ancient observer”. Kurt Elling (18 luglio) il più famoso e premiato cantante jazz statunitense, innovatore e tradizionalista insieme, presenterà al Ravello Festival il suo ultimo lavoro discografico, “The Questions” in cui con il suo sestetto, attraverso riletture di brani di autori quali Bob Dylan, Leonard Bernstein, Paul Simon, condurrà il pubblico dentro i grandi interrogativi aperti – le questioni irrisolte appunto – della nostra contemporaneità.
Quella del 21 luglio invece, sarà una serata speciale dedicata alla ECM, storica etichetta europea indipendente: un doppio concerto, produzione Ravello Festival. La prima parte vedrà sul palco il progetto “Four Quartets” con musiche composte da Stefano Battaglia (al piano) su testi poetici di T.S. Eliot interpretati da Theo Bleckmann (Four Quartets è il nome di quattro poemetti tra loro collegati che il poeta e critico statunitense riunì e ripubblicò in un unico libro nel 1943. I poemetti sono divisi in tempi come in alcuni degli ultimi quartetti d’archi di Beethoven). Ad accompagnare le composizioni originali di Battaglia il magico Michele Rabbia, alle percussioni ed alle elaborazioni elettroniche. La seconda parte vedrà Django Bates, pianista, compositore di grandissima originalità con il suo trio più recente, Beloved, articolare la propria ricerca musicale su una rilettura modernissima e, come suo costume, irriverente dell’opera di Charlie Parker.
Il pubblico di Ravello potrà riabbracciare Paolo Fresu che stavolta, nel suo viaggio musicale nella tradizione, approda in Corsica per un suggestivo incontro con la polifonia dell’isola “sorella” della sua Sardegna. Il grande trombettista sarà accompagnato dal gruppo “Mistico mediterraneo” insieme a Daniele di Bonaventura (bandoneon) e si esibirà con il Coro “A Filetta” (che significa felce), gruppo faro della polifonia corsa con un repertorio che mescola canti antichi e brani originali. Sarà presentato in anteprima il disco “Danse mémoire, danse” che sarà pubblicato in novembre, incentrato sui testi di Aimé Césaire, e Jean Nicoli, due eroi corsi. Musica di resistenza e libertà (30 luglio).
La chiusura jazz sarà affidata a Bill Frisell, accompagnato sul palco dalla cantante Petra Haden, con il progetto “When you wish upon a star”, dedicato al mondo del cinema e a quelle atmosfere musicali dei classici del grande schermo, ormai patrimonio indelebile della letteratura musicale (1 agosto).
1968-1918: sono passati cinquanta anni. A quello ‘spirito’, fatto di simboli e icone, eredi (legittimi e non) e leggende, militanze e battaglie per i diritti civili e di genere è dedicata questa edizione della danza del Ravello Festival. Primo appuntamento con Bill T. Jones, simbolo di impegno civile incentrato sulla lotta contro i pregiudizi razziali, sessuali e religiosi, incoronato dal Times come “uno dei tesori insostituibili d’America”. Il grande coreografo americano, in scena con il suo gioiello – la Bill T. Jones / Arnie Zane Company – compagnia americana multiculturale che ha contribuito all’evoluzione della danza contemporanea nel mondo – firma una creazione – /Time : Study II 2018 for Ravello – dedicata al tema del festival e pensata per il palco di Villa Rufolo, che coinvolgerà anche i giovani danzatori campani del progetto di formazione Abballamm’! (4 luglio), sancendo così, per il terzo anno consecutivo, un simbolico patto generazionale e territoriale.
Canzoni e coreografie per danzare il ’68 sono la trama della giornata multieventi del 5 luglio, con happening – See me, feel me – in luoghi diffusi di Ravello (da piazza Duomo, a Villa Rufolo all’Auditorium Niemeyer). La giornata continua con due nuove coreografie di ricerca commissionate dal festival sul tema 2018: apre il napoletano Antonello Tudisco (Act of mercy) per finire con Peggy Untitles 2013-2018, tributo a Peggy Guggenheim, figura emblematica dell’arte moderna, con la coreografia di Michela Barasciutti (compagnia Tocnadanza, nuova produzione per Ravello in collaborazione con VeneziainDanza 2018 – Teatro La Fenice di Venezia – Peggy Guggenheim Collection). Il 7 luglio il coreografo principale del Royal Ballet, Wayne McGregor, autentico punto di riferimento per l’indagine espressiva del rapporto tra danza e nuove tecnologie, che offrirà in esclusiva per il pubblico del Ravello Festival le sue dinamiche dello spazio e del movimento portando in scena più coreografie adattate al palcoscenico di Villa Rufolo (tra cui quella tratta dal suo capolavoro Woolf Works, dedicato alla scrittrice Virginia Woolf), con artisti ospiti, autentiche icone della danza, quali Alessandra Ferri, Federico Bonelli, Herman Cornejo (Royal Ballet, Royal Opera House e American Ballet) oltre ai ballerini della sua Wayne McGregor Company, nelle big five delle compagnie più importanti del mondo.
Attesa per 13 luglio la Giselle rivisitata dalla coreografa sudafricana Dada Masilo, di ritorno da successi planetari, con la sua follia d’amore a ritmo di afrosamba che propone un finale diverso dal capolavoro romantico, nessun perdono per il traditore. Il 29 luglio scena per la stella del balletto romantico Svetlana Zakharova, étoile del Balletto del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Balletto del Teatro alla Scala di Milano in un altro progetto originale per il Ravello Festival. Zakharova si esibirà con le Stelle del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Mariinskij di San Pietroburgo, autentici templi celebrati con i classici senza tempo del balletto romantico, in Russian code, progetto originale Ravello Festival. Si chiude con un doveroso omaggio a Rudolf Nureyev (per l’80° anniversario della nascita e per il 25° anniversario della scomparsa), protagonisti i Solisti del Teatro alla Scala (che si esibiranno in storici lavori del tartaro volante) introdotti da una coreografia originale commissionata dal festival ad un’altra coreografa napoletana, Luna Cenere (Natural gravitation) dedicata a Isadora Duncan. La serata si intitola Rudy&Isadora.
Anche quest’anno previsto il progetto di formazione e internazionalizzazione del talento dei giovani danzatori della Regione Campania, Abballamm’!, ideato da Laura Valente con la collaborazione di Gennaro Cimmino, che vede il coinvolgimento dei centri di eccellenza riconosciuti dal MiBACT e dalla Regione Campania e, dal 2017, con la collaborazione dell’Università di Salerno.