
Nasce a Roma un innovativo progetto artistico: “una casa per giovani artisti con gli occhi bene aperti all’esterno, attenta a ogni stimolo e nuova idea. Uno spazio pubblico integrato nella città che produce e diffonde cultura. Parliamo della nuova residenza dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, progetto di alta formazione del teatro, della canzone e del multimediale, sezioni dirette rispettivamente da Massimo Venturiello, Tosca e Simona Banchi: la struttura, appena inaugurata, vicino al Ministero della Farnesina, è stata realizzata con l’intento “di percorrere la rotta che la contraddistingue rispetto ad altre realtà del settore: non solo formazione, ma vero e proprio hub culturale”.

“Quest’anno – spiega Tosca, coordinatrice della sezione Canzone e anima di questo progetto – Officina Pasolini diventa un luogo ideale per talenti in erba, che trovano una casa che li accoglie, e uno spazio fruibile per il pubblico con concerti e tanti incontri con personalità dello spettacolo come Carmen Consoli, Ambrogio Sparagna, Riccardo Tesi, Niccolò Fabi, moderatore tra l’altro di un interessante appuntamento con alcuni artisti indipendenti: Truppi, Motta, Bianco, Raffaele”.
L’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, “che non a caso prende il nome dal grande artista distintosi per la sua vocazione interdisciplinare”, è nata tre anni fa per “esaltare le singole specificità degli studenti”, in un progetto “che incoraggia l’incontro e lo scambio tra discipline, l’ampliamento degli orizzonti e delle tecniche, il confronto e la collaborazione. Il nome di Pasolini è dunque un omaggio, ma soprattutto un punto di riferimento”.
“Agli inizi della mia carriera – prosegue la cantante romana – ho avuto la fortuna di vivere l’ultima parte del ‘Cenacolo’, dove noi giovani artisti della RCA potevamo interagire fra noi e con grandi nomi della musica italiana. Del resto lì è nata e cresciuta buona parte della musica italiana, De Gregori, Dalla, Venditti, Fossati, Morricone, Migliacci e tanti altri. La mia idea è quindi quella di creare un luogo libero, lontano da ogni logica mediatica e dove poter dare a giovani artisti la possibilità di coltivare il proprio ‘sacro poco’, citando Pasolini”.
Promossa dalla Regione Lazio con il Fondo Sociale Europeo in collaborazione con l’Università degli Studi Roma Tre e il Conservatorio Santa Cecilia, fortemente voluta dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e dal Vicepresidente e Assessore alla Formazione Massimiliano Smeriglio, Officina Pasolini accoglie 75 studenti tra i 18 e 35 anni (25 per sezione), selezionati attraverso un bando e una successiva valutazione. Un elemento importante è che per gli allievi la partecipazione ai corsi è completamente gratuita.
Le attività sono realizzate sotto la guida di un Comitato Tecnico Scientifico con funzione consultiva e di indirizzo per la programmazione didattica e culturale del Laboratorio, presieduto da Franca Valeri e di cui fanno parte a titolo gratuito Ernesto Assante, Franco Battiato, Santuzza Calì, Gino Castaldo, Franz Cattini, Gianni Clementi, Carmen Consoli, Veronica Cruciani, Steve Della Casa, Nicola Fano, Marco Giorgetti, Glauco Mauri, Germano Mazzocchetti, Armando Pugliese, Maria Francesca Quattrone, Andrea Rosi, Alfredo Santoloci, Luciano Sovena, Luca Verdone.

Un laboratorio di alta formazione che dal gennaio di quest’anno è diventato biennale, per 1000 ore all’anno di lezioni. In una “strategia che mira a superare la consueta dicotomia tra formazione e lavoro, ed è finalizzata alla messa in scena di spettacoli non solo come esempio delle competenze acquisite, ma anche come prodotti di attività professionale da inserire nel mercato teatrale italiano”. “Non si può insegnare il talento – spiega il coordinatore Massimo Venturiello – non c’è scuola più utile della gavetta e il mestiere dell’attore lo si impara soprattutto in scena, interagendo con chi ha al suo attivo un’esperienza più ampia”.
“La multimedialità è un percorso ritenuto indispensabile all’interno di un laboratorio come Officina Pasolini – aggiunge la coordinatrice Simona Bianchi. A partire dalla comunicazione verbale, attraverso il mezzo televisivo e il web, tutto quanto sia informazione, intrattenimento, cultura, arte musica e social, diventa immediatamente conoscenza ed opinione individuale da diffondere”.
Tornando alla sede appena inaugurata, “è stata recuperata dopo anni di abbandono in un’ottica di rigenerazione urbana” e “ristrutturata con una linea volutamente “no archistar””: si tratta di “una struttura a due piani dotata di un’ampia area di ristoro con gazebo e un campo di calcetto. Il teatro principale conta 200 posti, mentre un secondo più piccolo ospita fino a 40 spettatori. Al suo interno offre un’attrezzata palestra; un’aula insonorizzata dotata di palco; due studi di registrazione con sala di ripresa; un’aula living per studio e ristoro e uno spazio per le lezioni della sezione multimediale, dotato di computer e schermi per proiezioni e montaggio”.