La VII Edizione del Festival “Miti contemporanei” si è chiusa venerdì 30 con lo spettacolo/concerto – in prima nazionale –“Odissea, un canto mediterraneo”, con Mario Incudine e Peppe Servillo. Spettacolo originale e coinvolgente, realizzato da Incudine che ha scritto anche musiche e testi, con la collaborazione tra gli altri di Antonio Vasta, Sergio Maifredi e Kaballà, quest’ultimo già autore di tanti successi di Mario Venuti.
Si tratta di una rilettura in chiave contemporanea dell’omerico poema, ma trasposto ai giorni nostri e nei “nostri” luoghi, tra Scilla e Cariddi, dove era realmente ambientato. In questa versione la storia di Ulisse è narrata dal ciclope Polifemo, appena accecato dal guerriero, e corredata da bellissime canzoni al ritmo della world music di cui Incudine è maestro, cantate in italiano, siciliano e persino arabo, grazie alla voce straordinaria di Faisal Taher.
Accompagnati dall’Orchestra popolare siciliana, le bellissime voci di Mario Incudine, Peppe Servillo (attore e cantante degli Avion Travel) e la bravissima Anita Vitale hanno portato il pubblico a rivivere l’epica vicenda di Ulisse che cerca di tornare alla sua Itaca. Tra una scenetta tra Polifemo e un altro ciclope, canzoni inedite (bellissima e trascinante “Itaca”) e altre già popolari cantate da Servillo con la consueta maestria (“Brucia la terra” da “Il padrino” ma anche “Amara terra mia” di Modugno) lo spettacolo ha deliziato i numerosi spettatori presenti alla rappresentazione.
Uno spettacolo necessario soprattutto per noi meridionali e abitanti del Mediterraneo perché – come ha spiegato Mario Incudine alla fine del concerto – bisogna riscoprire i classici del nostro passato per capire cosa ci riserva il futuro.
Francesco Arcudi