L’incontro tra il talento dell’attrice reggina Teresa Timpano e quello di uno dei più importanti giovani registi del teatro contemporaneo, Matteo Tarasco, dà vita ad uno spettacolo che porta al centro il Mito: sarà, infatti, “Penelope” ad essere proposto, in prima nazionale, al Teatro Cilea di Reggio Calabria, il prossimo 23 febbraio, come evento all’interno del Festival Miti Contemporanei, promosso dalla Compagnia Scena Nuda, in una coproduzione che vede coinvolta anche l’Accademia di Belle Arti di Reggio.
Uno dei registi contemporanei più interessanti, dunque, in questi giorni al lavoro a Reggio per mettere in scena la sua versione del Mito di Penelope: Matteo Tarasco (che torna a Reggio, dopo lo studio presentato al Castello Aragonese, sempre nell’ambito del Festival Miti Contemporanei, e a distanza di oltre 10 anni dalla rappresentazione de “La bisbetica domata”, prima versione in cui il ruolo della protagonista è ricoperto da un uomo, Francesco Bellomo, che recita al fianco di Tullio Solenghi) propone una visione teatrale sempre originale, che unisce una grande forza visiva al lavoro con gli attori e, dunque, all’intensità interpretativa. Una lunga collaborazione con Gabriele Lavia e una altrettanto lunga serie di importanti direzioni di spettacoli, tra cui – solo per citarne qualcuno – la messa in scena integrale dell’Odissea (commissionata dall’Inda), della durata di 18 ore, con Monica Guerritore; “Le Nozze di Figaro”, sempre con Solenghi; “Storia di una capinera;” “Il burbero benefico”, con Mariano Rigillo; “Enrico IV (Ma forse no)”, con Brenno Placido, e la Trilogia del Mito, proposta integralmente nel 2016. Ma tanti sono gli spettacoli, le sperimentazioni (che coinvolgono anche tv e cinema), e gli impegni attuali del regista, che arriva a Reggio dopo il debutto de “La signora delle camelie”, con Marianella Bargilli, Ruben Rigillo e Silvia Siravo, e prima della messa in scena di “Questo amore” (al Teatro Off-Off di Roma), tratto dal romanzo di Roberto Cotroneo, con Laura Lattuada e Massimiliano Vado. Insomma, uno dei registi più attivi e importanti della scena (l’unico italiano a essere stato nominato Membro del Lincoln Centre Theatre Directors Lab di New York, oltre ad aver ricevuto, nel 2006, dal Presidente della Repubblica, il Premio Personalità Europea per il Teatro come migliore regista emergente), propone al Cilea la sua Penelope: lo spettacolo “illustra le più atroci conseguenze dell’amore ripercorrendo l’Odissea dal punto di vista di Penelope, la quale oramai defunta racconta il ritorno di Ulisse come mai è stato raccontato. E’ la storia di un’ossessione amorosa, un’ossessione che si fa verbo, strappando ogni singola parola al marasma di gemiti inarticolati in cui questa donna innamorata affoga e si dibatte”.
Una Penelope carnale (che nasce dal testo omerico, ma anche da Ovidio e da Atwood), che sarà interpretata da Teresa Timpano, attraverso una scelta scenica (cui si affiancheranno le musiche di un altro grande nome, quello di Mario Incudine) che già si prefigura come originale, particolarissima, funzionale – naturalmente – alla stessa visione del mito che il regista intende rappresentare. Riprendendo la sua indagine sul Mito, la sua visione di esso come qualcosa che supera tempo e spazio, in cui riflettere anche l’essenza dell’umano.