La grandezza del teatro, rispetto ad altre arti, è che riesce a trasmetterti in maniera diretta, che arriva subito al cuore, allo stomaco, emozioni che ti scuotono, parole che ti commuovono, ti inchiodano alla sedia o ti fanno sussultare. Perchè la forza di una frase, di uno sguardo, di un’interpretazione non sono mediate da uno schermo, ma ti arrivano – appunto – immediate, se a proportele c’è un attore che riesce a superare la barriera invisibile tra palcoscenico e platea, supportato generalmente da una drammaturgia forte.
E’ il caso de “Lo spazio bianco – Chiamatemi per nome”, la nuova produzione di SpazioTeatro: l’emozione di una storia, di una nascita pretermine che lascia una madre in una situazione di attesa, di speranze, di parole che sembrano vuote, di giornate trascorse accanto ad una incubatrice senza poter toccare la propria figlia se non tenendole il dito di una mano. Un racconto intenso, ispirato all’omonimo libro di Valeria Parrella – diventato anche un film interpretato da Margherita Buy – diviene adesso, grazie all’adattamento ed alla regia di Gaetano Tramontana, un monologo teatrale che si dipana attraverso scene, intersezioni di immagini, momenti poetici in cui il gesto è protagonista, echi di parole e di suoni, e dunque ritmo e intensità dosati con sapienza. E che, soprattutto, si fonda sull’interpretazione di una giovanissima attrice che mostra di reggere la scena da sola con grande abilità e presenza, di saper coinvolgere con sguardi, gesti e parole una platea che sembra entrare, grazie alla sua performance, nella storia, seguendo i sentimenti e le emozioni della protagonista. E Anna Calarco emoziona fino alla commozione, riesce in quell’intento proprio del teatro, di entrare con immediatezza nel cuore degli spettatori. E lo fa mostrando una tecnica, una sensibilità attoriale, una delicatezza e nello stesso tempo forza interpretativa che emergono sulla scena e passano, con naturalezza, oltre quella quarta parete definitivamente crollata, sancendo un grande debutto da “solista”.
P.S. La serata di SpazioTeatro si conclude con una nota inattesa e spiazzante: è Gaetano Tramontana, al termine dello spettacolo, ad annunciare che forse quello appena visto sarà l’ultimo spettacolo di SpazioTeatro in quella sala. Forse, perché dopo tanti anni di lavoro, di produzioni – dichiara Tramontana – ci si deve arrendere alla “mancanza di risposte”, alla “sordità delle istituzioni”, alle difficoltà nel proseguire. Questo però, precisa, non è un addio: “SpazioTeatro continua sicuramente, continueremo a fare quello che più ci piace, ovvero a produrre, a fare spettacoli, continueremo a lottare. Forse non potremo fare una stagione, forse non saremo qui, ancora non lo sappiamo”. Ma il grido d’allarme c’è: ed ancora una volta riguarda la cultura, un mondo che sempre più sta lanciando appelli, per ripartire davvero da quello che è il nostro patrimonio più importante.