Giovani attori e giovani produzioni, innovazione, tensione creativa. Una riflessione ampia, dal convegno alla scena, sul teatro contemporaneo. “Primavera dei Teatri” è un festival maturo già da tempo, ma per i suoi 18 anni si regala una visione complessiva sulla contemporaneità della scena italiana che offre numerosi spunti, artistici e – appunto – di riflessione. Una scena vitale, con l’entusiasmo dei giovani a farla da padrone e con gli artisti già noti che si rimettono in gioco sempre, che osano, che vincono le loro sfide.
Dalla ricerca di Frigoproduzioni, che propone “Tropicana”, ispirato al successo musicale degli anni ’80, a Roberto Latini, che si avvicina al “Cantico dei Cantici” unendo pop e rivisitazione e che, se pur non colpisce totalmente nel segno (soffermandosi troppo sul lavoro attoriale, ma anche proponendo alcune situazioni sceniche forse un po’ viste), comunque rispecchia questa tensione creativa; dall’ennesimo capolavoro di Saverio La Ruina, che ancora una volta giganteggia e propone un monologo intenso, “Masculu e Fiammina” (per il quale ha ricevuto la candidatura alle “Maschere del teatro”); alla splendida prova della compagnia Oyes (nella foto in apertura), che destruttura, rilegge, va oltre “Il gabbiano” di Cechov, mostrandocene attualità, forza e capacità di scuotere le coscienze attraverso un’innovativa messa in scena, in cui il talento, l’entusiasmo, la forza creativa dei giovani protagonisti contagia il pubblico e fa sperare che ci sia ancora vita, nel mondo teatrale e non solo.
Quella speranza che le giovani compagnie calabresi hanno, quella fiducia nel loro lavoro e oggi anche nelle possibilità che nascerebbero dalla nuova legge regionale, di cui si è parlato nel corso dell’incontro che si è svolto durante una delle giornate del festival: un confronto importante, per parlare della situazione calabrese, alla luce, appunto, della nuova legge, ma non solo; si è parlato dei dati che riguardano la nostra regione, degli sforzi delle compagnie, che oggi si basano in gran parte sul botteghino: e ciò significa che il pubblico risponde alle offerte artistiche, decide di uscire di casa per vedere uno spettacolo; insomma, la domanda c’è, l’offerta pure, ma ha bisogno di essere valorizzata e sostenuta. In questo senso, ancora più rilevante è stato il confronto con altre realtà nazionali: da quella toscana a quella pugliese, realtà che dimostrano come si possa lavorare per esaltare le potenzialità locali, ponendo attenzione alle peculiarità, alle professionalità, e ideando, lavorando in sinergia.
Tanti spunti, dunque, dalle riflessioni all’arte pura, per un compleanno speciale di un festival che, ancora una volta, si pone come punto di riferimento per quel teatro che mira ad essere sempre più specchio della contemporaneità.