E’ indubbiamente una delle serie più attese, come sottolineato anche dalla direttrice di RaiFiction, Maria Pia Ammirati: e sulla terza stagione di “Imma Tataranni” – 4 puntate, a partire da lunedì 25 settembre, in prima serata su Raiuno – tante sono le curiosità che, scherzando durante la conferenza stampa, il cast non ha potuto rivelare più di tanto. Anche se, in realtà molto è emerso: dalla nuova veste della cancelliera Diana (interpretata da Barbara Ronchi), che sarà sempre più partecipe alle indagini, alla crisi che attraverseranno Imma e il marito Pietro (Massimiliano Gallo), che si darà alla boxe e conoscerà una donna, al risveglio dal coma di Calogiuri (Alessio Lapice), rivelato/non rivelato, sempre scherzosamente, dagli attori, alla partenza per l’università della figlia di Imma; senza contare la presenza, come guest star della prima puntata, di Gianni Morandi, nei panni di se stesso, che viene coinvolto in un caso di omicidio e addirittura viene sospettato da Imma.
Tante curiosità, dunque, e tanti argomenti emersi nel corso della presentazione: ma, essendoci sempre interessati del tema audiovisivo e territorio, non possiamo non partire da una frase di Massimiliano Gallo. L’attore ha, infatti, rilevato un elemento centrale del rapporto tra produzioni televisive e territori, definendo Matera come luogo che viene avvertito dal pubblico sia come legato molto alla territorialità, sia come universale, arrivando anche al pubblico estero (come dichiarato da Ammirati, infatti, la serie è una delle più vendute all’estero). Dunque, universalità e identità dei luoghi, come aspetti fondamentali della tendenza sud che riguarda il rapporto tra audiovisivo e territorio: aspetto che ribadiamo, infatti, da anni.
Tornando alla conferenza, un’altra novità di questa stagione è anche la “doppia regia”: ad alternarsi alla direzione delle quattro puntate, due a testa, sono stati infatti lo “storico” regista – e collaboratore alla sceneggiatura – Francesco Amato e Kiko Rosati. La regia è sempre stata parte importante nell’innovazione che questa serie propone, insieme – e il dato è stato sottolineato da tutti gli intervenuti – alla profondità della scrittura (il soggetto è dell’autrice dei romanzi da cui è tratta la serie, Mariolina Venezia, e di Pierpaolo Pirone e Salvatore De Mola, questi ultimi anche autori della sceneggiatura con Pier Paolo Piciarelli, Michele Pellegrini e con la collaborazione come si diceva, di Francesco Amato) che, ha aggiunto Gallo, racconta la crescita dei personaggi, le loro fragilità”.
“La verità, la genuinità di questa serie – ha sottolineato Carlo Buccirosso, interprete del procuratore – sta anche nei personaggi minori, questa è una cosa che apprezzo sia in teatro, nelle serie. C’è una cura nella scrittura anche dei personaggi minori, che minori poi non sono grazie alle interpretazioni degli attori, che poi anch’essi minori non sono”.
Quindi, la parola a Vanessa Scalera che, a proposito di questo personaggio ormai iconico, ha affermato: “la conosco sempre di più, ormai è una mia carissima amica, ma cerco di non appisolarmi. Cerco di non sedermi, di farmi sorprendere sempre: è importante fornire all’interprete uno sgambetto, la possibilità di guardare oltre il personaggio. Cerchiamo sempre di fornire nuovi spunti”. In merito al motivo per cui funziona la serie, quale sia la grande fortuna di questa fiction, ha risposto che, oltre al fatto che “il pubblico ha visto una faccia sconosciuta, non nota, vestito in quel modo” e che “avere scelto una sconosciuta ha incuriosito”, sia la scrittura “e avere a fianco a me gli attori che stimo di più in Italia”.
Dunque, le viene chiesto se questa scelta abbia aperto la strada verso un’innovazione: “Penso che le cose stiano cambiando: sono figlia di un ventennio che ha cambiato, in peggio, questo Paese, di una totale mancanza di meritocrazia: credo che in questo momento stia cambiando qualcosa. Vedo emergere donne e uomini, ma soprattutto donne di talento. A mio avviso sì, le cose stano cambiando. Ormai si è stanchi di non far lavorare le persone brave, finalmente vedo attori potenti che hanno voce, giovani e meno giovani. Non so se Imma abbia aperto le porte, ma quello che è accaduto a me è un segnale importante: una donna di 42 anni, che ha avuto la possibilità di fare una serie come protagonista, di entrare nelle case degli italiani per 3 anni”. E questo, ha aggiunto, le ha cambiato la vita in tutto: “A parte la popolarità, mi ha dato la possibilità di fare questo mestiere, di farlo in maniera continuativa, sarò grata a Imma per la vita. Ora posso respirare un po’ di più e ho la libertà di poter scegliere”.
E, infine, la conferma, che arriva dalla direttrice di Raifction, che Imma Tataranni non si ferma qui: “siamo pronti per la quarta stagione, siamo già in fase di scrittura”.