Ospite d’eccezione della Residenza teatrale della Piana, Silvia Gallerano ha impreziosito, con la sua presenza, un’esperienza culturale che sta valicando, con le sue attività, i confini della Calabria.
L’attrice, ormai conosciuta a livello internazionale grazie alla sua intensa interpretazione del monologo “La merda” (scritto da Cristian Ceresoli, premiato al Festival di Edimburgo e portato in tournée in questi anni in tutto il mondo), è stata presente a Polistena per la costruzione di un nuovo allestimento teatrale, un nuovo spettacolo (co-prodotto dalla stessa residenza), dal titolo provvisorio “S-Chioma”, tratto da un testo poetico di Mariangela Gualtieri, che Silvia Gallerano porterà in scena insieme a Manolo Muoio, per la regia di Pasquale Idiv. Un momento molto importante, quello vissuto in queste giornate nella Piana, all’insegna della creatività, della condivisione delle esperienze artistiche, dello scambio culturale. Un bilancio nettamente positivo, come sottolineato dal direttore artistico della Residenza, Andrea Naso.
E come evidenziato dalla stessa Silvia Gallerano, alla quale abbiamo chiesto come sia nato, dopo la trionfale tournée (che continua) de “La merda”, questo impegno; quali le sue emozioni dopo le prove e cosa pensi del testo di Mariangela Gualtieri e del suo incontro con Manolo Muoio e Pasquale Idiv. “I progetti teatrali si susseguono e si accavallano di norma – risponde l’attrice – Quello di cui sono contenta è di ritrovarmi con le bellissime parole e l’intensità della poesia di Mariangela Gualtieri. Gli incontri sono spesso “casuali”, come quello con Pasquale e Manolo. Credo che tutti e tre ci ritroviamo nelle pulsioni dei versi della Gualtieri e nelle immagini che evoca. E questa sintonia ci accompagna nel lavoro”.
Un suo parere sull’esperienza presso la residenza della Piana: cosa pensa di questa realtà del sud?
“Le residenze sono luoghi necessari, da sostenere. Abbiamo trovato un luogo accogliente verso di noi e verso il nostro lavoro. Spero che possano continuare a lungo questo progetto”.
Sempre a proposito di sud, non è la prima volta in Calabria per lei: oltre ad essere stata, negli anni scorsi, a “Primavera dei teatri”, proprio con “La Merda”, ha anche girato a Reggio Calabria il film “Asino vola”. Cosa pensa di questa regione e delle possibilità dei giovani artisti di lavorare in questo territorio?
“I miei nonni erano calabresi. Per quanto abbia vissuto poco questi luoghi durante la mia crescita, ultimamente mi ci ritrovo spesso. La radice in qualche modo ci riporta sempre a sé, positivamente. Ogni luogo ricco di vita e di contraddizioni come questo è linfa per il lavoro artistico”.
Il film “Asino vola” ha avuto un’ottima accoglienza a Locarno: è prevista un’uscita nelle sale?
“In questi mesi è ospite in vari festival e a breve uscirà anche nelle sale”.
Tornando al teatro, “La merda” è stato un successo mondiale: cosa le ha dato e cosa continua a darle, a livello di emozioni e di riscontro del pubblico, questo spettacolo?
“E’ un lavoro che amo molto e che mi sta permettendo di incontrare molte persone, sia in Italia che all’estero. Questa credo che sia la cosa più bella che un progetto artistico possa regalare. Inoltre è un lavoro molto profondo attorialmente, quindi sempre stimolante”.
Avendo girato il mondo con questo spettacolo ha potuto raffrontare maggiormente la situazione italiana con quella estera: dove sta andando, secondo lei, il teatro italiano? Quale il suo futuro?
“Non c’è sostegno per l’arte in Italia, non solo per il teatro. Anzi, sarebbe l’ora di cominciare a parlare tra lavoratori della cultura, invece di continuare la guerra della miseria per spartirsi una torta sempre più piccola”.