Uno spunto originale; una narrazione dal ritmo fluido, quasi una sceneggiatura in forma di romanzo, con una grande capacità di farci “vedere” la storia, i personaggi, le azioni e persino i pensieri; uno stile contemporaneo ma che non cerca di essere “di tendenza”, bensì una naturale contemporaneità, che ci immerge nelle vicende dei protagonisti, fotografando vite, riflessioni ed episodi, senza mai cadere nello stereotipo, senza retorica: tutto questo (e molto altro) è “Final cut”, secondo romanzo di Vins Gallico, edito da Fandango e inserito tra i semifinalisti al Premio Strega.
Quasi un flusso di coscienza (come quelli che il protagonista “raccoglie” dai suoi clienti) misto ad azione, senza soluzione di continuità tra i due elementi, tra dialoghi e pensieri, dentro un quadro di realtà denso e sincero, con venature surreali ed ironiche, che connotano lo stile, all’apparenza quasi distaccato (come il personaggio principale vorrebbe essere rispetto alle storie di chi si rivolge a lui per liberarsi dei ricordi e degli effetti personali dell’ex, alla fine di un rapporto), ma che poi cambia, così come cambiano riflessioni e sentimenti.
E’ un viaggio nell’anima, non voluto in verità dal protagonista, che decide di creare la “Final cut”, l’azienda che si occupa di questo difficile “trasloco di fine storia d’amore” (ma a volte anche di comunicare al “lasciato” i motivi della rottura) apparentemente per caso; ma la realtà lentamente affiorerà dalle pagine del romanzo, così come dall’animo del personaggio principale, grazie ai tanti incontri con i clienti, e in particolare con una di loro. Affrontando i sentimenti degli altri, i loro ricordi, quasi impercettibilmente il titolare della “Final cut” inizia ad analizzare quei sentimenti, i rapporti, umani prima ancora che sentimentali, le persone e in fondo anche se stesso. Il ritmo, lo stile, seguono questo percorso, questo viaggio nell’anima, quasi tenendolo sullo sfondo, mentre ci sembra di seguire in realtà i percorsi degli altri personaggi. Tutto si intreccia, tutti i pensieri, tutte le scelte, tutti i modi di guardare ai rapporti d’amore. Un viaggio, come si diceva, che si avvale di una fluidità quasi inedita, di uno stile visuale e profondo (vediamo quasi già il film che potrebbe scaturire da questo romanzo!). Un’opera dalla forza analitica che arriva immediata e connotata da una intensa capacità narrativa.
P.S. Una sottolineatura inevitabile da parte di una reggina: molto belle sono le descrizioni di Reggio Calabria e della sua provincia, che Vins Gallico inserisce nel romanzo. Uno dei personaggi è originario della città dello scrittore, quella città che rivive nei suoi scorci, come luogo dell’anima, della riflessione che scaturisce guardando le luci ed il mare. E, anche in questo caso, sembra di vedere già le scene di un film…sperando che Reggio possa tornare così ad essere set!