Raffinatezza, classe, eleganza: le parole chiave di un concerto, di una serata tra classici, ricordi, ma anche ironia, scoperte, incontri musicali, tra sapienza cantautorale e arrangiamenti jazz. E soprattutto, tanto, tantissimo talento in scena.
La chiusura dell’edizione 2019 di Ecojazz è all’insegna di tutto questo: ad incarnare queste emozioni, sul palco di Ecolandia, un grande autore ed artista come Bungaro, per la prima volta a Reggio Calabria, e la signora della musica italiana, Ornella Vanoni, icona dallo charme e dalla voce unica, senza tempo, che ancora incanta, colpisce a affascina.
“Maredentro” è il tour che vede la Vanoni guest star del cantautore: ed è un connubio che fa scintille. Bungaro, con il suo quartetto di musicisti (Antonio Fresa al pianoforte, Antonio De Luise al basso, Raffaele Casarano al sax, Amedeo Ariano alla batteria), apre il concerto e trasporta il pubblico in un’atmosfera raffinata che, fin da subito, mostra suggestioni ed echi jazz, con improvvisazioni mai esagerate dal punto di vista virtuosistico e ben amalgamate con le sonorità originali, quasi senza soluzione di continuità. Un’atmosfera evidenziata dai successi del grande autore pugliese, che ha dato vita a hits interpretate negli anni da alcuni tra i più noti artisti italiani, oltre a brani pluripremiati di colonne sonore (su tutte, quella di Perfetti conosciuti, Nastro d’argento del 2016). E in quest’atmosfera si inserisce, con naturalezza, la classe di Ornella Vanoni: arriva in scena e crea subito una magia. Ma anche venata da quella grande ironia che la contraddistingue, accennando alla politica, al suo voler continuare ad esibirsi. Ironizza anche introducendo la sua prima canzone, “L’appuntamento”, per la quale, dice, “non capisco tutta questa passione: in fondo – aggiunge scherzosamente – parla di una donna un po’ sfigata che aspetta un uomo che non arriva!”. Ma poi, afferma seriamente, in realtà non aspetta un uomo, ma l’amore in senso lato. Ed ecco che la grandezza del brano risuona, attraverso la sua voce: unica, sensuale, avvolgente, che punta sui colori, sull’interpretazione, ma che sa essere potente e sorprendere ancora oggi. Da vera artista, Ornella Vanoni è padrona del palco, si prende la scena accennando passi di danza sulle note di “La voglia, la pazzia”, e continuando con “Tristezza”, “Domani è un altro giorno” e quel “Sapore di sale” che riporta al sodalizio artistico e personale con Gino Paoli, sottolineato anche, in chiusura di esibizione, da “Senza fine”, che il cantautore le dedicò, immortalando le sue “mani grandi, mani senza fine”. Ma c’è spazio anche per il duetto con Bungaro, sulle note del successo di Sanremo dello scorso anno, quando, insieme a Pacifico, proposero la bellissima “Imparare ad amarsi”.
La Vanoni ammalia il pubblico, nella parte centrale della serata: ma non è da meno Bungaro, nel proseguire il concerto e nel fare scoprire e riscoprire al pubblico, oltre alla sua ben nota capacità autorale, quella interpretativa e di coinvolgimento scenico, grazie ad arrangiamenti coinvolgenti e ad energia e voce uniche. Dalla canzone scritta per Giusy Ferreri, “Il mare immenso”, al brano amato dall’amico Fabrizio Frizzi, “Occhi belli”, dalla rivisitazione de “La donna riccia” di Modugno, alla versione italiana di “Once in a lifetime” di David Byrne, da un classico della canzone napoletana come “Passione”, alla meraviglia di “Io non ho paura”, scritta per la Mannoia: una serata ricca di sonorità intense, di creatività, di sorprese, che conclude nel migliore dei modi un’edizione di Ecojazz connotata dal successo.
Ma, come dichiara Bungaro al termine del concerto (che definisce “meraviglioso, con un pubblico spettacolare, in una terra che amo e che mi ha dimostrato grande affetto”), la collaborazione con il festival non finisce qui: “ci incontreremo nuovamente, in situazioni diverse, come masterclass di scrittura, lavorando con giovani cantautori calabresi: credo che questa sia una terra ricca, da onorare”.