Parlare di teatro in televisione con stile, divertendo, informando, unendo la storia del nostro teatro alla contemporaneità, legando testimonianze di grandi attori con sogni e speranze degli interpreti del futuro. Un’operazione tutt’altro che facile, specialmente se proposta in prima serata. Eppure “Colpo di scena” è riuscito nel suo intento: un programma che, attraverso le vite e le carriere di miti del palcoscenico, da Franca Valeri, a Piera degli Esposti, a Gigi Proietti, punteggiate abilmente da immagini di repertorio e interviste ad amici e colleghi – nonchè dai pareri di giovani attori dell’Accademia d’Arte Drammatica, che reinterpretano i cavalli di battaglia di questi miti – riesce ad affascinare gli spettatori, a portarli pian piano in un mondo che si rinnova ogni sera e che ogni volta può dare al pubblico un regalo importante, quello della magia che il testro sa creare, tra cultura, intrattenimento e pensiero.
Una sfida non facile, si diceva, quella di un programma in prima serata, la domenica su Raitre, che parla di teatro: ma una sfida riuscita, per molte ragioni. Il ritmo, innanzitutto, agevolato anche – come si accennava – dalla scelta di inframmezzare l’intervista all’attore protagonista della puntata con abili inserti video (bellissimi quelli sfumati nell’immagine dell’intervistato), ma soprattutto “televisivamente giusto”, mai eccessivamente veloce, che si prende i tempi adeguati senza eccedere, che dà il risalto e gli spazi necessari ad ogni aspetto, all’intervista come al brano proposto e alle dichiarazioni dei giovani. E poi contenuti, certo, visto anche il calibro degli attori. Ma soprattutto, lo stile del conduttore ed autore del programma: Pino Strabioli – che di teatro in tv ne ha portato tanto, in questi anni, e che ha saputo cogliere e mescolare sapientemente gli aspetti salienti dei due mezzi, palcoscenico e piccolo schermo – riesce a raccontare i personaggi e, insieme a loro, la storia del nostro teatro e della nostra cultura contemporanea, uscendo dai canoni delle consuete interviste, sottolineando aspetti magari poco noti, e trasferendo, per il tramite delle sue domande, l’anima di questi attori. Dalle interviste, infatti, sono emersi pensieri, riflessioni, frasi che “pesano”, che non lasciano indefferenti, che danno la cifra del personaggio e della persona. Un’operazione riuscita, insomma, ma con un unico difetto: ci vorrebbero più puntate. Anche per far sì che, magari, sulla scia di un programma come questo, si possa parlare ancor di più di teatro in televisione, tra informazione e, perchè no, anche critica.