“Come cambia l’amore, quando si diventa una famiglia, quando due amanti diventano anche due genitori e devono trovare un equilibrio, ricostruirlo da capo”: così Giacomo Bendotti parla – durante la conferenza stampa di presentazione – di “Chiamami ancora amore”, la serie tv in 3 puntate, di cui è autore e che andrà in onda su Raiuno dal 3 maggio (i primi due episodi saranno disponibili in anteprima già dal 26 aprile su Raiplay). “Non una serie su una separazione – gli fa eco il regista Gianluca Maria Tavarelli – ma, citando Pavese, un percorso dell’anima”: e proprio la mano, lo stile di Tavarelli contraddistingue questa fiction, interpretata da Greta Scarano, Simone Liberati e Claudia Pandolfi. Una scelta registica ben precisa, nell’affrontare questo nuovo lavoro, che differenzia questa serie dalle altre e fa entrare lo spettatore nella profondità della storia: “Quando per la prima volta ho letto il testo – spiega il regista – ho sentito dentro una grande verità e modernità di racconto e ho pensato che, per metterla in scena, occorresse rispettare questa modernità. Quindi, ho pensato che tutto quel tipo di racconto con grandi movimenti, dolly, ecc. fosse superato. La scelta è stata di stare addosso agli attori, con la macchina da presa, spogliare la regia di tutto quello che è artificio spettacolare, con movimenti limitati al minimo. Ho pensato che fosse giusto non mettere in mezzo nulla tra racconto e messa in scena”.
“Chiamami ancora amore” ripercorre, tra inizio dell’amore e tempo presente, la storia d’amore di Anna ed Enrico (Greta Scarano e Simone Liberati): dopo undici anni di matrimonio e un figlio, si separano e “la loro separazione diventa una guerra distruttiva, col risultato che i servizi sociali sono costretti a intervenire per valutare la loro capacità genitoriale”. E sarà proprio l’assistente sociale, interpretata da Claudia Pandolfi, “ad andare in fondo alla loro storia, ripercorrendola dall’inizio fino a scoprire il vero motivo dello scontro”.
Una storia raccontata, appunto, con “una chiave di indagine – spiega l’autore – Una delle ispirazioni è “Kramer contro Kramer”, l’inizio è quasi un omaggio a questo film”. Bendotti, cita poi anche Baumbach e quel capolavoro che è “Storia di un matrimonio”, come esempio di modo di mettere in scena, che scava nel profondo di una coppia, anche se in quel caso si parla solo di separazione, mentre qui – precisa – si parla proprio del percorso dei protagonisti. Grande introspezione, dunque, nella vita dei due personaggi principali: un aspetto che Greta Scarano ama, in generale, nel suo lavoro. “Per quanto riguarda Anna – afferma l’attrice, reduce dai successi de “Il commissario Montalbano” e della serie su Francesco Totti – mi sono avvicinata in punta di piedi, dovevo raccontare la maternità ed era fondamentale restituire un’interpretazione credibile. Per il futuro l’obiettivo è sempre lo stesso, emozionare le persone, raccontare storie che arrivino al pubblico, tv o cinema non cambia nulla. Fare un film da regista mi piacerebbe, è una declinazione diversa del mio bisogno di esprimermi”.
Andare in profondità, scavare nei personaggi e raccontare la contemporaneità: lo sottolinea anche il regista, quando gli viene chiesto se ci sia quasi un legame tra il suo film “Un amore”, del 1999, con Fabrizio Gifuni e Lorenza Indovina, e questa serie. “C’è un filo rosso – sostiene il regista -, si parla di come il tempo influisce su una coppia. Sicuramente questo è un tema che mi ha sempre interessato, il racconto del rapporto di coppia è quello più interessante in assoluto. E’ cambiato rispetto ad “Un amore” perchè io sono cambiato: quei quarantenni del film erano quelli che immaginavo, oggi che non ho più 25 anni e in questa storia c’è una verità, quei quarantenni sono più veri”.
“”Chiamami ancora amore” è un potente mélo – dichiara il direttore di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati – un genere che porta nella storia la realtà dei sentimenti, lacerati e feriti, l’amore che si rovescia nell’odio, la crisi di una famiglia, il bisogno di una ricomposizione. La forza di questa miniserie sta nella verità della vita che racconta, grazie a un complesso lavoro di scrittura e alla regia di Gianluca Maria Tavarelli che scandaglia il volto dei protagonisti, resi con coinvolgente e umanissima intensità da Greta Scarano, Simone Liberati, Claudia Pandolfi e dal piccolo Federico Ielapi. In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, mi piace pensare a “Chiamami ancora amore” come a un laboratorio in cui il dolore alimenta una speranza. E grazie a Indigo con cui abbiamo condiviso un’esperienza nuova che, ci auguriamo, appassionerà il nostro pubblico”.
Francesca Cima, produttrice con Indigo Film, aggiunge: “Raccontare le cose che accadono realmente nelle nostre vite, le storie d’amore, le famiglie, i figli: è la sfida più difficile ma anche quella più appagante per un produttore. Riuscirlo a fare con un linguaggio contemporaneo, ma al tempo stesso caldo e avvolgente ci rende molto fieri di questo progetto. E’ il risultato di un importante lavoro di squadra che si riflette in tutte le componenti artistico-produttive: a partire dalla Rai che ne ha subito compreso le potenzialità, la scrittura di Giacomo Bendotti affiancato da Sofia Assirelli, la regia di Gianluca Tavarelli, un cast eccezionale che regala verità a tutti i personaggi”.