Arriva dal set del film “Maldamore”, girato in Trentino, e dopo l’impegno reggino sarà in Francia per il sequel di un film che è stato campione d’incassi: perché essere attore, ha rimarcato, significa avere passione per il proprio lavoro e questa passione significa sempre affrontare nuove sfide e nuovi ruoli. E saper entrare in nuovi personaggi, trasportando ogni volta gli spettatori in nuovi mondi e nuove storie. Luca Zingaretti “è” l’attore, uno dei più grandi del nostro cinema, della nostra televisione, del nostro teatro. E’ stato Perlasca, Borsellino, don Puglisi, Montalbano: e presto sarà anche “Il giudice meschino”, ovvero il protagonista della fiction che, da lunedì 22 luglio, si inizierà a girare a Reggio Calabria e nella provincia. Per questo è giunto in riva allo Stretto, con la bellissima moglie Luisa Ranieri, che sarà al suo fianco anche sul set reggino, dopo quello del film “Maldamore”: “torneremo a fare i fidanzati, torneremo un po’ indietro”, dichiara sorridendo l’attore, durante la conferenza stampa di presentazione della serie, che andrà in onda su Raiuno e che è tratta dall’omonimo romanzo di Mimmo Gangemi. Un autore calabrese, così come calabrese è il regista, Carlo Carlei, tornato nella sua terra dopo molti anni e tornato a raccontare la Calabria dopo “La corsa dell’innocente”, il suo film più noto. Calabrese è anche il produttore, uno dei più famosi in Italia, ovvero quel Fulvio Lucisano che, solo per parlare dei tempi recenti, ha sbaragliato il box office con successi come “Notte prima degli esami”.
Dunque, si preannuncia un mese e mezzo di riprese, in cui protagonista sarà anche Reggio, con una serie di location nel centro storico (“neanche a Barcellona ho trovato tante possibilità di ambientazioni straordinarie in pochi metri come a Reggio”, ha affermato il regista), come palazzi quali quello della Prefettura, della Camera di Commercio, della Provincia; e poi Scilla, Sant’Elia di Palmi. Qualche scena sarà girata anche in Germania, a Colonia. Nel cast della miniserie di due puntate, che dovrebbe andare in onda tra febbraio e marzo 2014 (a sostenere la produzione pure la Calabria Film Commision) anche Gioele Dix e Paolo Briguglia, mentre la sceneggiatura è stata scritta – tra gli altri – da un altro grande nome, come Giancarlo De Cataldo.
Reggio set di una storia che, ha spiegato ancora Carlei, è “di redenzione, di scelte morali. Raccontiamo la storia di un uomo che si riappropria del proprio senso morale. Di un uomo che non crede più nella giustizia, e la morte di un suo collega scatena una serie di situazioni che gli faranno venire voglia di vederci chiaro”. “Appena ho letto il libro – ha raccontato il regista – ho pensato che il protagonista dovesse essere Luca Zingaretti. Sono andato a trovarlo sul set a Cinecittà e dopo 10 giorni mi ha detto “facciamolo”. E dunque questo progetto è stato messo su a tempo di record, in 10 mesi”.
“E’ un progetto che ci appassiona molto – gli fa eco Zingaretti – Le fiction che arrivano dalla letteratura hanno qualcosa in più da raccontare. Avevamo tanto bel materiale su cui lavorare, una storia straordinaria ricca di elementi, chiaroscuri, personaggi. Spero che riusciremo ad appassionare il pubblico. Speriamo anche di poter ricambiare l’accoglienza di questa terra restituendone l’immagine che sia all’altezza della sua fama”. Proprio su questo punto, lo scrittore Mimmo Gangemi ha dichiarato di sperare che questa fiction “possa costituire l’occasione perché si presenti un’immagine della Calabria diversa da quella fatta di stereotipi”.
Tornando a Zingaretti, l’attore ha poi aggiunto che il personaggio di Alberto Lenzi, protagonista della miniserie, “è completamente diverso da Montalbano”. La sfida è comunque, ha concluso con la consueta ironia, “che il personaggio abbia almeno lo stesso successo di Montalbano!”.
L’auspicio di tanti è adesso quello di poter scorgere Zingaretti sul set reggino: un ritorno nella nostra terra per l’attore che, nel 2009, a Scilla, girò alcune scene del mediometraggio di Wim Wenders, “Il volo”, bellissima opera sull’immigrazione e l’accoglienza. Ma Zingaretti era stato proprio in riva allo Stretto circa un decennio fa, per alcuni ciak del film di Simona Izzo, “Tutte le donne della mia vita”. E ancora, possiamo dire che il suo legame con la Calabria sia passato anche per un episodio di Montalbano, il più amato dallo stesso attore (e, devo confessarlo, anche dalla sottoscritta). Ne “Il cane di terracotta”, che sarà replicato proprio lunedì prossimo, Zingaretti affianca, nella splendida scena finale, quella rivelatrice, un grande attore reggino scomparso qualche anno fa, Leopoldo Trieste, che, con il suo monologo, conclude magistralmente una delle storie più belle e commoventi scritte da Camilleri.