Ne abbiamo scritto quando ancora era un’idea, un progetto; ne abbiamo seguito i passaggi, fino alla realizzazione. Adesso, “The Lost Legacy of Tony Gaudio”, il documentario diretto da Alessandro Nucci e prodotto da Open Fields Productions, incentrato sulla figura del primo vincitore italiano di un Oscar, vedrà la sua prima presentazione ufficiale. Il film, infatti, aprirà la decima edizione del Festival internazionale del documentario “Visioni dal mondo”, che si svolgerà a Milano dal 12 al 15 settembre. Un festival di grande rilievo, che punta l’obiettivo sul cinema del reale, e che si avvale della direzione artistica di Maurizio Nichetti.
Dunque, il 12 settembre, alle 20,45, al Teatro Litta, sarà proprio “The Lost Legacy of Tony Gaudio” a dare il via a “Visioni dal mondo”, alla presenza del regista Alessandro Nucci, anche sceneggiatore del documentario insieme a Fabrizio Nucci. Ma in sala sarà presente anche un altro premio Oscar: Mauro Fiore, direttore della fotografia di “Avatar”, film per il quale ottenne la statuetta, nel 2010. Un altro calabrese vincitore dell’Oscar, come Tony Gaudio; un altro direttore della fotografia nato in Italia e che ha poi sviluppato la sua carriera negli Stati Uniti, proprio come Tony Gaudio. E Mauro Fiore è uno dei tanti personaggi – tra familiari di Gaudio, docenti, esperti di cinema, artisti di Hollywood – intervistati nel documentario: Fiore, come ho avuto modo di scrivere in un mio recente articolo, nel film “fa da trait d’union tra il passato e il presente, tra la Calabria e gli States, tra emigrazione e ritorno, tra la storia e l’attualità di un mestiere che non può prescindere dalle innovazioni dei grandi come Gaudio”.
Il documentario, infatti, ripercorre la storia di Gaetano “Tony” Gaudio, che inizia a lavorare da giovane nel laboratorio fotografico di famiglia a Cosenza, per poi arrivare negli Usa nel 1906, seguito dal fratello Eugene. I due fratelli lasciano nel mondo cinematografico un segno importantissimo, apportando una serie di innovazioni di notevole importanza (Eugene nell’illuminazione subacquea, Tony creando un vero e proprio linguaggio della luce, con i chiaroscuri) e divenendo così punti di riferimento per il settore. Tony Gaudio lavorò con i più grandi (registi come Wyler, Curtiz, Hawks, e attori come Bette Davis, Humphrey Bogart, Greta Garbo, Errol Flynn), in un carriera che conta 150 film e costellata da sei nomination all’ìOscar e una vittoria, nel 1937, per “Avorio Nero”: la prima vittoria italiana.
Ma, come si diceva, il film, attraverso la storia di Gaudio, offre anche uno sguardo sull’emigrazione italiana dell’epoca, sul legame con il Paese natale, e sulla storia del cinema, in un affascinante percorso che parte da Cosenza per arrivare in California. Senza dimenticare un altro aspetto importante del documentario: la ricerca della statuetta, quell’Oscar dimenticato, di cui non si hanno più notizie dopo la morte di Tony Gaudio. Nella parte fiction del documentario, un investigatore si mette sulle tracce della statuetta, facendo da filo conduttore, appunto, tra passato e presente. E a Milano, nella serata di presentazione di “The Lost Legacy of Tony Gaudio” sarà presente proprio l’interprete del detective, l’attore Howard Thomas Ray.
Il documentario – girato tra la Calabria, Torino e gli Stati Uniti – è stato realizzato in coproduzione con Officina38, con il contributo di Fondazione Calabria Film Commission e Film Commission Torino Piemonte, con il patrocino di Comune di Cosenza, Città di Torino e Comune di Marzi, con il supporto di The Tony Gaudio Foundation for the Cinematic Arts.